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Anno edizione: 2015
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La seconda guerra mondiale è finita da pochi anni, l’Italia lentamente torna alla normalità, anche se il teatro della politica è caratterizzato dallo scontro ormai aperto fra democristiani e comunisti, tenzone in cui cercano di inserirsi per rivendicare un ruolo strategico gli ex fascisti, usciti indenni da una benevola epurazione. In questo contesto nasce una vicenda che ha quasi dell’incredibile e che ha per oggetto il presunto scambio epistolare fra Benito Mussolini e Winston Churchill. L’ipotesi non è tuttavia infondata, perché c’è la certezza di una lettera inviata il 15 maggio 1940 dal Primo ministro inglese al duce e che ha unicamente come scopo quello di scongiurare la guerra fra le due nazioni; Mussolini risponde tre giorni dopo con una missiva che respinge le possibilità di una intesa senza lasciare aperta la benché minima porta. Ci si domanda, razionalmente, se questo iniziale carteggio ha avuto un seguito e infatti c’è chi poi, in modo del tutto interessato, fornisce la risposta, palesando non tanto la possibilità, ma addirittura la certezza di altra corrispondenza di cui sarebbe in possesso. Per quanto ovvio, la notizia è una di quelle che può essere considerata una bomba e di tanto se ne parlerà, e addirittura ancora se ne parla a distanza di anni dopo che la vicenda si è sgonfiata. Sì, perché si tratta di un falso, di un grossolano falso, come dimostrato dallo storico Mimmo Franzinelli grazie a una molteplicità di documenti inediti, tratti dagli archivi della Rizzoli, della Mondadori e del Foreign Office. Insomma, dopo quelle due lettere del maggio del 1940 non ci fu altra corrispondenza fra i due capi di governo.
In questo volume Franzinelli riprende, con l'acribia, la perizia critica e la precisione meticolosa che contraddistinguono la sua produzione storiografica, le tematiche già oggetto del lavoro intitolato: «Bombardate Roma!», estendendo il campo d'indagine all'intera vicenda della costruzione, divulgazione e propalazione, ad opera di torbidi ambienti a cavallo fra neofascismo e criminalità comune, di un fantomatico epistolario denominato Carteggio Churchill-Mussolini, avente la finalità di dimostrare, in una dimensione controfattuale, l'esistenza di un accordo fra il premier britannico e il dittatore italiano relativo all'entrata in guerra dell'Italia e al successivo assetto post-bellico. Pura fantapolitica, dunque, destinata ad un uditorio che oggi definiremmo complottista e terrapiattista, ma che sessant'anni fa, grazie alla pubblicazione su riviste quali «Oggi» e «Gente», trovò un buon riscontro di pubblico, e che continua a conoscere un certo séguito, seppur limitato all'ambiente dell'estrema destra, scarsamente aduso allo studio storiografico, cui predilige l'acritica adesione a una vulgata che ha tutte le connotazioni del mito. L'autore dedica le prime due parti dell'opera alla ricostruzione delle vicende relative alla fabbricazione degli apocrifi e alla confutazione dell'autenticità degli stessi, dimostrando da un lato come gli artefici della truffa abbiano goduto del sostegno della stampa neofascista e della protezione dei servizi deviati, e dall'altra come gli stessi si proponessero, oltre che un arricchimento personale, la rivalutazione presso l'opinione pubblica della figura di Mussolini, la delegittimazione dei nemici, veri o presunti, del Duce (antifascisti, "traditori" del 25 luglio, monarchia, Winston Churchill) e l'accreditamento dei reduci di Salò nel nuovo assetto repubblicano. La terza parte, infine, offre una ricostruzione dei veri rapporti italo-britannici e dimostra come un'operazione di alterazione delle fonti fosse già incominciata nella RSI.
Finalmente un libro che chiarisce, forse in maniera definitiva, i dubbi inerenti il Carteggio Churchill-Mussolini. I vari capitoli esaminano, in maniera approfondita, tutti i risvolti relativi all'argomento trattato. E' un libro che consiglio a chi vuole avere un punto di vista imparziale nonostante l'argomento trattato possa dare adito a molte interpretazioni. L'autore e' riuscito pienamente nel suo intento di diradare le nubi su un tema che avrebbe potuto creare, se male interpretato, pericoli ben piu' gravi di quelli che l'Italia ha vissuto nel periodo al quale si riferiscono i fatti.
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