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Ma la bellezza dei libri di portarci dinanzi gli occhi l’inaspettato, l’inatteso, lo sconosciuto? Ecco, è il caso di Armida Barelli. Nulla sarebbe stato possibile senza di lei (Franco Cosimo Panini Editore, 2021) che racconta una storia di emancipazione, di lotta, di progresso, di condivisione in cui le donne sono protagoniste e non subalterne. Armida Barelli, figlia di una famiglia borghese meneghina, che prospettano per lei un futuro radioso lontano dalle privazioni femminili del tempo, fondatrice di Gioventù Femminile prima a Milano e poi promotrice e divulgatrice di sedi in tutta Italia, che dopo 30 anni di militanza si dimette per diventare vicepresidente dell’Azione Cattolica Italiana. La Gioventù femminile ha oggi una nuova presidente e altre ne avrà in seguito, ma conserva e conserverà sempre la sua Sorella Maggiore. Sì, perché si può cedere la carica, ma la non la parentela. Anch’io vi lascio un dono: il talismano della mia vita. Sapete qual è? La fiducia nel Sacro Cuore. «In parallelo non paga della sua divulgazione in nome della libertà e dell’indipendenza delle donne, nel 1919 insieme a Padre Agostino Gemelli, Ludovico Necchi, Francesco Olgiati ed Ernesto Lombardo è tra i fondatori dell’Istituto Toniolo. Sarà l’ente promotore e fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e ancora dopo la Seconda Guerra Mondiale si impegna per la creazione a Roma della Facoltà di Medicina e Chirurgia e del Policlinico Universitario intitolati ad Agostino Gemelli». Nel 1960 a Milano è aperta dal cardinal Giovanni Battista Montini la fase diocesana del processo di beatificazione di Armida Barelli. Nel 2007 Armida Barelli è dichiarata venerabile. Nel 2021, anno del centenario dell’Università Cattolica, si conclude il processo della sua beatificazione. Concludo con le parole che Armida soleva dire alla sue Sorelle: «Vivete nel mondo senza nulla concedere al mondo. Lavorate senza posa, ma soprattutto amate, amate, amate».
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