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Libro datato ma sorprendentemente attuale. Segno evidente che la storia è una pessima maestra di vita. La tanto vagheggiata "armonia del mondo" in realtà è solo un mito, un'utopia. "Dov'è l'ordine nella storia delle terra? Dov'è la giustizia nella vita degli uomini? E il famoso concerto delle sfere celesti non sarà forse una babele di urla, una musica stridula, un borbottio informe, come quello che da lontano annuncia le nostre città? In qualsiasi tempo guardiamo noi scorgiamo disastri, sciagure, distruzioni, violenza e insensatezza, arbitrio di potenti, sangue versato....l'immensa, interminabile tenebra che si insinua nei nostri pensieri e dove abitano l'odio, la cupidigia, l'ansia, i fantasmi, il sospetto. L'armonia del mondo è il contrario di ciò che esiste: è un'immagine irreale e impossibile che la fantasia insegue nella mente e ricrea con parole pure; e perciò, malgrado tutto, dobbiamo adorarla". "Il nostro malumore non dipende dalle condizioni della nostra civiltà, che non è più disumana e crudele di quelle che l'hanno preceduta nel tempo. Esso nasce da una specie di vuoto dell'anima, che nulla potrà mai colmare, tanto meno l'attività più frenetica: nasce da qualcosa di morto che uno porta dentro di sè e che per tutta la vita non riuscirà a seppellire completamente". Cosa fare, allora per vincerlo? "Tiratevi indietro. Non partecipate mai del tutto.....Fate il vuoto attorno a voi, anche se vi chiameranno freddi ed egoisti. Siate grati a chi non vi saluta quando vi incontra e a chi non chiede vostre notizie quando siete malato. Appena giunge la notte, siate felici della solitudine attorno a voi: felici di non vedere i visi degli uomini, felici di non udire le loro parole". Cosa fare di fronte a una tale complessità, all' "armonia piena di ombre della vita"? In fondo, non ci restano che due alternative possibili: soccombere sotto il peso annichilente della propria debordante sensibilità, o vivere alla meno peggio giorno dopo giorno dopo giorno. Questa è la nos
Recensioni
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Non è un romanzo, non è un saggio, è semplicemente l’esposizione di un punto di vista, il racconto di mille esperienze che si incastrano e si amalgamano fino a creare un’armonia. Sinfonia che può piacerci o meno, che può essere ascoltata in religioso silenzio o silenziata riga dopo riga. Ma alla fine sarà stata un’esperienza emozionante. Un vero e proprio viaggio.
Fin dalle prime pagine ho paragonato L’armonia del mondo a una chiacchierata intrattenuta con un amico. Non importa dove e questa si sia tenuta, l’importante è la mia capacità di ascolto. La mia concentrazione. Citati mi ha parlato di gatti, di fanciullezza, di politica, dei cambiamenti della lingua italiani, dei luoghi dello spirito disseminati sul nostro territorio nazionale, della decadenza del mondo moderno, di Cioran, dei comunisti e dei democristiani.
Di sicuro è un amico colto e mi sento molto fortunato di averlo tra i miei conoscenti e spero che in futuro mi consideri ancora degno delle sue confidenze, perché ho appreso molto e soprattutto mi sono schiarito le idee su alcuni argomenti a me ignoti. Ma la sua capacità è stata quella di non influenzarmi con il suo giudizio. Mi ha lasciato libero. Per la prima volta ho ascoltato un discorso ricco di colori, di sfumature, di riflessioni, con l’unico scopo di portarmi a conoscenza dei fatti.
Non ho capito se Citati sia comunista o democristiano, se sia uno snob o un uomo semplice e mite. Francamente neanche mi interessa. Eppure mi ha affascinato e mi ha tolto dalla testa tantissimi pregiudizi sulle cose che fanno parte della nostra amata nazione. Gira e rigira, infatti, Citati parla delle miserie e delle grandezze che formano il tappeto armonico italiano. Ma lo fa con ironia e nostalgia.
Ma cosa ancor più grande, egli non vuole tracciare lo spirito dei nostri tempi. Lui non ama questo vivere per fare la storia tipico degli individui della società contemporanea, preferisce parlare del nostro ethos che di sicuro si forma nei secoli ma che la cui origine è divina. Diciamo pure che è il punto di contatto tra il cielo e la terra e quindi è eterno.
Ma di cosa parla Citati? L’armonia del mondo ci racconta del mondo dei gatti, del loro sonno che dovremmo guardare con attenzione perché è un antidoto contro la noiosa meccanicità della vita. Ci parla di come viveva Cioran, della comunità monastica di Bose, di cose quotidiane ma ricche di significato, di cose grandi cui abbiamo dato troppa importanza.
L’armonia del mondo quindi è un racconto confidenziale sull’Italia, sui nostri pregi e sui nostri difetti. Un dialogo ricco di stile che Citati intrattiene con noi, senza porsi al di sopra dell’ascoltatore-lettore, ma rimanendo al suo fianco magari sorseggiando un buon caffè o gustando un gelato, come quelli che i borgatari mangiavano con avidità nelle piazze di Roma.
Un’ultima cosa devo dirvela. Questo libro è uscito per la prima volta nel 1998 eppure tutto è come venti anni fa.
Recensione di Martino Ciano
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