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Anno edizione: 2016
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E’ un libro di servizio con la scusa della teoria in una complessità dilatata al punto che nessun sistema la contiene,fallendo per cui come dice l’A. siamo inevitabilmente condannati alla citazione della citazione, al commento, alla parodia, alla contaminazione, che spesso viene praticata come alibi, come strategia di aggiramento innanzi a problemi di difficile soluzione. Rimangono superstiti le parole, affioranti come isole nella corrente (Cacciari) da indagare.Ecco quindi affrontare le parole/isole: filosofia (come ricercare)/meraviglia (dell’enigma); apparenza (che è reale ove esperita)/realtà; l’intelligenza (nella logica come modificazione dell’istinto Nietzsche, nel logos che esige il metodo, nella parola comunicante se attesa)/pensiero (che ha luogo); metafore (slittamento interno al linguaggio con impatto emotivo)/teorie (non disgiungibile dall’invenzione linguistica); luoghi/forme (tra Aristotele, Cartesio, Heidegger, Kant, ecc.); origine/provenienza; misura/dismisura (nei molteplici significati,entro la finitezza della misura razionalità); responsabilità/alterità (solo nella relazione); luce/ombra ; armonia (figlia di Ares e Afrodite)/discordia; Dio/mondo (in realtà gli dèi animano il mondo-Talete. Solo il vero Dio (quello più...forte!?) svela gli altre dei come falsi: gli antichi dèi erano troppo viziosi e umani per essere spietati.Troppi dèi e un solo Dio. Ripensiamo quindi all’esperienza che gli uomini hanno fatto e fanno di Dio. Ma siamo nella coincidentia oppositorum di Cusano, nell’en kai pan di Eraclito. Dio non è un ente, ma una sorta di luogo, il raccordarsi di tutto con tutto non l’ontoteologia di cui a Heidegger. Per Goethe nihil contra Deum nisi Deus ipse. Mentre gli uomini liberati dai vincoli, hanno perso di vista i fini, all’idea di salvezza è subentrata quella di benessere e la felicità è efficienza, di qui un rapporto strumentale con uomini e cose: si rimane soli per non legarsi a niente a nessuno per timore di restare prigionieri
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