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Tommaso De Lorenzis e Mauro Favale ripercorrono la parabola umana e professionale di Carlo Rivolta in un libro denso, coinvolgente e lacerante che restituisce il racconto degli anni migliori e peggiori del nostro Paese, quell’aspra stagione che va dal sequestro Moro alla vittoria dei Mondiali del 1982, a cui Rivolta ha dato corpo e voce.
Carlo Rivolta è stato un cronista di grande talento. Giovanissimo giornalista a “Paese Sera”, partecipa in prima fila alla nascita di “Repubblica” e del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, fin dall’inizio, è una delle firme di punta. Vicino al movimento romano e ai protagonisti di quella stagione così ricca e tumultuosa, con il suo sguardo acuto da osservatore indipendente, ma mai neutrale, diventa la voce del ’77. Carlo sa osservare, ascoltare, vive sulla sua pelle ciò che scrive, intuisce mutazioni e cambiamenti, spesso anticipando colleghi e analisti, e racconta, con partecipazione ed empatia, quello che lo circonda. Testimone del periodo più festoso e creativo del movimento studentesco, poi delle proteste e degli scontri di piazza, avverte l’accelerazione che porterà alla lotta armata e al sequestro di Aldo Moro. L’omicidio del presidente della Democrazia cristiana è un punto di svolta non solo per il Paese ma anche per Rivolta. Passato a “Lotta continua”, si occupa di inchieste importanti e per primo, di nuovo, intuirà l’inevitabile sopraggiungere del riflusso, anche se non farà in tempo a vederlo, travolto dall’eroina che intanto sta scivolando nelle vene di una generazione. Tommaso De Lorenzis e Mauro Favale ripercorrono la parabola umana e professionale di Carlo Rivolta in un libro denso, coinvolgente e lacerante che restituisce il racconto degli anni migliori e peggiori del nostro Paese, quell’aspra stagione che va dal sequestro Moro alla vittoria dei Mondiali del 1982, a cui Rivolta ha dato corpo e voce.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Duro, profondo, ma soprattutto vero, vero come Carlo Rivolta. Le vette, la lotta, ma soprattutto, la caduta di un uomo straordinario in un libro che sfonda i limite di genere. L'ho trovato bellissimo.
L'Italia di oggi, fra i vari fattori che l'hanno portata a siffatta deriva intellettuale, politica, morale e sociale, paga dazio alla perdita delle personalità più belle che offriva la gioventù anni 70, una generazione falciata da eroina, aids, terrorismo rosso e nero, revolverate, antagonismo estremo e galera, dove chi è sopravvissuto è spesso finito ai margini o ha rinnegato i propri ideali. Carlo Rivolta, giornalista di strada, cronista del movimento ostinatamente coerente, che coniugava un grande talento per lo scoop ad una sensibilità ai limiti dell' autolesionismo, non è sopravvissuto, si è fatto da parte proprio all'alba del riflusso opportunistico che ha caratterizzato la classe politica degli anni '80. Era un giornalista che sapeva essere dentro e fuori dalla notizia, suo malgrado e per la fortuna dei lettori, un talento al tempo stesso narratore e attore della cronaca, per tale motivo la sua storia e i suoi articoli (alcuni riportati integralmente), consentono agli autori di produrre non tanto una biografia della sua drammatica vita, ma piuttosto un'analisi approfondita e realistica di quell'aspra stagione, fornendo al lettore uno spunto di riflessione sul 77 come spartiacque di un epoca in cui "..Stretti fra uno stato in cui per la gran parte non si riconoscono, e un contro-stato portatore di morte e di terrore (la lotta armata) moltissimi saranno quelli che apriranno la porta dell'uscita di sicurezza, precipitandosi via, lungo la strada della fuga. Anche a rischio della vita."
Appassionante e appassionata rilettura degli anni '70 attraverso gli occhi e la penna di un giornalista bravo e tormentato. Consigliato!
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