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Libro primo. Idee che affiorano. Libro secondo. Metafore che si trasformano.
«Nell'Assassinio del Commendatore il lettore farà la conoscenza di personaggi che appaiono e scompaiono come lo stregatto di Alice: la realtà comprende tante cose, ribatte Murakami» – la Repubblica
«Murakami una volta ha detto che il compito della letteratura è fare i conti con le ferite emotive che rimangono per sempre, delinearne i confini e lavorare per farle guarire. È una definizione delle storie che funzionano, e il filo conduttore di tutte le sue opere» – Rolling Stone
«I personaggi di Murakami ci ricordano che, per quanto razionali e stabili ci possiamo credere, la vita è fuori dal nostro controllo. Non scegliamo chi amiamo o chi ci amerà né molti altri aspetti importanti delle nostre esistenze. E non solo non abbiamo tutto il controllo che pensiamo di avere, ma là fuori c'è anche molto di piú di quello che riusciamo a vedere. Scrivendo di metafore che si trasformano e idee che affiorano, facendo risuonare campane sotterranee o parlare personaggi usciti da un quadro, Murakami ci ricorda che il mondo è molto piú misterioso e incantato di quello che crediamo. E che proprio per questo è un posto meraviglioso in cui vivere» – The Los Angeles Review of Books
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ogni scrittore é figlio del suo tempo. Per cui il Murakami di Norvegian wood o l'uccello che girava le viti del mondo non necessariamente mantiene la sua verve con il mutare dei costumi e del tempo. Devo ammettere che trovo la storia sfilacciata, aggrappata solo all'unica idea di fare sparire un protagonista nella seconda parte per fare succedere qualcosa, condita di descrizioni estetiche melense (che vestiti ha quello, che musica ascolta quell'altro, che macchina è figo avere), senza una vera anima. Le scene di sesso fanno sorridere quanto sono maschiliste, inverosimili, figlie di una sensibilità ormai superata. Si percepisce il mestiere, lo scrivere per guadagnare probabilmente. Una stella perché non si può dare uno zero
Un protagonista senza nome, idee che prendono forma umana (beh, quasi), inquietanti doppie metafore, uomini senza volto, fantasmi viventi, misteriose campanelle che suonano nel bel mezzo della notte, uomini senza volto che desiderano un ritratto. Parlo per enigmi? Beh, un po'. Un po' perchè non voglio raccontare troppo, un po' perchè sto parlando di Murakami, e nello specifico un Murakami bello in forma, che si fa dei trip nel surreale niente male. Un casino? No, una lettura piacevole come sempre perchè Murakami è Murakami. Era da un po' che non leggevo niente di suo e ne avevo una gran voglia. Perchè la sua scrittura mi rilassa sempre. è così semplice ma particolarmente SUA, una lingua pulitissima, fatta di parole semplici ma che allo stesso tempo sembrano essere state scelte con gran precisione, una a una, con calma orientale.E ne escono dei libri che praticamente si leggono da soli e non annoiano mai, sia quando raccontano vicende assurde, sia quando le pagine scorrono ma non succede proprio niente, tra un buon pasto, un incontro amoroso e come sempre tanta musica, in questo caso in particolare tanta musica classica. Insomma se vi piace Murakami, consigliato. Un bel mix dei due lati di Murakami, quello più riflessivo e introspettivo e quello più surreale... in più un bel finale, sempre un po' aperto ma particolarmente apprezzato pensando alle primissime pagine...
Non ho mai letto un libro con piú di 400 pagine per il timore di trovarmi di fronte ad una lunga delusione, impelagata in una trama noiosa senza intravederne la fine. Ho deciso di approcciarmi per la prima volta ad un "mattone" proprio perchè si trattava di Murakami ed è stata una scelta indovinata. Tra tutti i romanzi finora letti dello scrittore giapponese questo è senza dubbio il migliore; ho amato tutti i suoi libri, ma ne L'assassinio del Commendatore ho ritrovato maggiore spirito critico ed una dimensione onirica meno esasperata rispetto ad altri romanzi (tipo Kafka sulla spiaggia). La trama, come sempre, è impossibile da riassumere. Basti pensare che il protagonista conversa con un'idea (sí, un'idea!) che assume le sembianze del personaggio di un quadro magnetico e perverso ispirato ad un'opera di Mozart (l'assassinio del commendatore, per l'appunto). Una perla per gli amanti del grande Murakami. Le illustrazioni di Noma Bar contenute in questa edizione, poi, sono la ciliegina sulla torta.
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