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Anno edizione: 2024
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«Non siamo angeli il capitano non ha smesso di sbraitarcelo nelle orecchie, e ancora ce lo sbraita – Non siete angeli! mentre il sole ruzzola dietro l’orizzonte e volano in cielo le allodole uscite dai lentischi e dalle palme nane.»
«Un libro magnifico, scritto con una lingua superba.» - Tahar Ben Jelloun
«La popolarità del romanzo di Belezi è un segno dei tempi che cambiano.» - Constant Méheut, The New York Times
«Un romanzo incandescente.» - L’Orient littéraire
«Un’epopea della follia umana.» - L’Obs
Al suo apparire in Francia, Attaccare la terra e il sole ha subito suscitato stupore e ammirazione nella società letteraria francese. Dopo Céline e Faulkner, uno scrittore dalla vita appartata, lontana dagli splendori della capitale, nominava la guerra e la violenza nella loro nuda verità, restituendone non soltanto l’insensatezza e la follia, ma la loro spietata capacità di penetrare nei corpi e nella mente, di diventare carne e sostanza psichica degli esseri umani. Il libro narra della guerra coloniale che, intorno alla metà dell’Ottocento, rese stabile la presenza di militari e coloni francesi in Algeria. Una guerra di dominio, dunque, come lo è ogni guerra, ma le cui ferite continuano a sanguinare nella storia recente dell’Europa. Mathieu Belezi lascia scorrere come un fiume in piena la sua prosa attraverso le voci dei due protagonisti: Séraphine, che con marito e figli parte da Marsiglia per raggiungere una colonia agricola, e un soldato totalmente asservito alla violenza e alla crudeltà del suo capitano. In quelle “terre di barbarie”, fatte di sassi, sole cocente e freddo tagliente, in cui il colera divora le vite, i sette ettari “regalati dalla Francia” sembrano tutt’altro che la fortuna e la felicità promesse. Eppure, Séraphine e i suoi non cessano un solo istante di “combattere contro il sole, contro la terra ostile” e contro gli arabi che aspettano solo il momento propizio per farli a pezzi. Bretoni, alsaziani e marsigliesi, i soldati, buoni cattolici in patria, con le pupille dilatate, le narici palpitanti, i denti come zanne pronte a mordere con rabbia più cristiana del solito, assaltano i fondouk infilzando con le baionette chiunque capiti a tiro. La missione civilizzatrice scompare davanti all’orrore e alla ferocia, ma i soldati non esitano poiché, come ripete il capitano, non sono angeli. E a coloro che non sono angeli la guerra trafigge il cuore. Opera attraversata da una tragica bellezza, Attaccare la terra e il sole colpisce per la musicalità della sua impeccabile scrittura che ipnotizza il lettore sin dalle prime pagine.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Quando tutto ti è ostile, il tuo istinto di sopravvivenza ti porta proprio ad "attaccare la terra e il sole". In poco più di cento pagine è racchiusa la quotidianità in una ottocentesca colonia agricola algerina:"La missione divina della Francia è pacificare questa terra barbara [...] Quelli che si sono opposti, che si oppongono e si opporranno alla luce della ragione che portiamo loro, saranno sterminati". Da queste poche parole emerge il volto falsamente illuminato e crudelmente superbo degli oppressori. La loro falsa missione civilizzatrice maschera crimini e soprusi indicibili. Belezi è capace di non risparmiarci nulla, di mostrarci con estrema evidenza la crudeltà dello sfruttamento e la caparbietà di chi non si rassegna, di chi si ostina a pensare, di chi è determinato a conservare la propria dignità. Il dolore, le grida, la calura, l' ingiustizia oltrepassando i confini delle pagine per attaccarsi addosso, per restare sulla pelle, torcere le budella, reclamare le lacrime. I protagonisti finiscono per sentirsi"come se quel cielo, quelle stelle, quella brezza non avessero mai registrato le disgrazie degli uomini su questa terra". È un po' come chiedersi dove sia Dio, qualunque Dio, rispetto alle tragedie umane. Con estrema poesia, le descrizioni dei luoghi e dei palpiti non si arrendono, danno voce a chi rifiuta di abdicare al proprio stesso valore, chi non si piega al fluire degli eventi. Questo libro non può che risuonare dentro e toccare le coscienze, non può che parlare al nostro frantumato mondo di oggi. Un grido contro la barbarie, di quelli che la grande letteratura sa lanciare.
Recensioni
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