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L'opera studia l'autonomia tributaria degli enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) quale risulta dal nuovo Titolo V della Costituzione.
L'esame dell'attuale testo costituzionale (e della giurisprudenza della Corte) è preceduto dalla descrizione dell'attuale stato dei poteri tributari riconosciuti agli enti territoriali, dalla dimostrazione che al riconoscimento dei poteri si è sempre accompagnata la decurtazione dei trasferimenti dal centro e dal riepilogo degli esiti del pluridecennale dibattito sull'autonomia finanziaria e tributaria nel previgente sistema costituzionale, riepilogo necessario al fine di meglio lumeggiare il significato del nuovo testo della Costituzione.
Gli esiti della ricerca in merito alla ripartizione del prelievo impositivo quale può essere desunta dagli artt. 5, 117 e 119 Cost., sono infine stati considerati alla luce di altri principi costituzionali, e segnatamente di quelli di eguaglianza e di capacità contributiva. Tutto ciò nell'idea che l'attribuzione di significativi poteri in materia tributaria agli enti territoriali non può avvenire a scapito del rispetto di questi ultimi: le vicende costituzionali del principale tributo di spettanza comunale, l'Ici, e del principale tributo il cui gettito è attribuito alle Regioni, l'Irap, quest'ultimo peraltro indiziato anche di violazione della normativa comunitaria, risultano emblematiche del fatto che l'attribuzione di forme di prelievo a Regioni, Province e Comuni incontra i surricordati ulteriori vincoli.
Circostanza questa di cui il legislatore deve necessariamente tenere conto in sede di riprogettazione degli assetti competenziali in materia tributaria.
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