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Non basterebbe una vita intera per leggere tutta la letteratura che e' stata pubblicata, anche solo relativa all'Italia, sulla Grande Guerra, quindi e' comprensibile che un singolo saggio possa dare una visione soltanto parziale del tema e comunque limitata al perimetro della sua stessa bibliografia. Cio' premesso il lavoro di Rusconi e' di ottima qualita' e ha il pregio di riassumere egregiamente le incredibili e intricate questioni politiche e diplomatiche che hanno preceduto l'entrata in guerra del maggio 1915, supportato da un buon numero di fonti e documenti ufficiali.
Chi cercasse in questo breve e denso libro una esaustiva storia del nostro ingresso nella prima guerra mondiale, resterebbe deluso. Infatti Rusconi dà per scontato il quadro generale (il famoso"radioso maggismo"), per concentrarsi sulla reazione della classe politica italiana (governo, diplomazia e parlamento) di fronte ai tragici e incalzanti eventi del luglio 1914. A lui interessano in particolare i tentennamenti, le paure, gli ondeggiamenti e infine le decisioni dei dei politici, nel corso di quei nove mesi che condussero l'Italia dalla sofferta neutralità all'ingresso in guerra nel campo opposto a quello in cui aveva diplomaticamente militato per trent'anni. Centrali nella cronaca degli eventi il ministro degli esteri San Giuliano e il suo successore Sonnino. Il primo ancora impregnato di tatticismo giolittiano, teso ad ottenere dall'Austria il massimo delle richieste in cambio dell'assoluta neutralità, il secondo, succeduto per la morte del SanGiuliano, via via sempre più spostato su posizioni velatamente imperialiste e di espansionismo territoriale nei Balcani, stimolate dall'ottuso rifiuto dell'Austria a qualsiasi concessione nei confronti di un alleato detestato a priori. Sullo sfondo, Giolitti, padrone della maggioranza parlamentare neutralista, su cui tanto confidano i tedeschi, a cominciare dal Bulow, profondamente filo italiano e Salandra,premier vieppiù interventista. Non mancano i commenti dei diplomatici italiani e stranieri che si muovono dietro le quinte romane, viennesi e berlinesi. Se questi argomenti, trattati con competenza e larghezza di fonti, costituiscono il coerente nocciolo della narrazione(capitoli 3-6), meno centrato il capitolo 2, che si dilunga sulla strategia tedesca e sui pregi e limiti del mitico piano Schlieffen. Utile invece il 1° capitolo che affronta i piani italiani di invio di un'armata sul Reno nell'ambito della Trilice Alleanza. Insomma, con questi limiti,il libro è davvero interessante per questo anno centenario.
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