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Edizione del 2019 presa su Libraccio.it. Forse non si può definire un capolavoro letterario ma il romanzo nel suo complesso non mi è dispiaciuto. Storia di amicizia, di ragazzi figli di migranti che trascorrono l'estate insieme in un paesino della Calabria e per caso vengono a contatto con una storia di ndrangheta. Non vuole essere un romanzo sulle mafie ma sui sentimenti che legano, in maniera diversa, i personaggi alle loro radici, segnate da distacchi e lontananze, per poi ritrovarsi ancora e scoprire quanto bisogno di calore umano ha ogni persona. Il fuggiasco, braccato dai malavitosi, è proprio dalla vicinanza dei ragazzi che trova il coraggio e la forza di tornare a Milano e affrontare i rischi del processo. È l'amore che scalda i cuori e dà il gusto alla vita, come il profumo del pane fatto in casa appena sfornato.
ben scritto e di facile lettura, è un libro molto scorrevole che racconta con in piccole parole dei grandi gesti, come il pane che molto spesso viene sprecato e la lotta alla mafia. Consiglierei vivacemente di farlo leggere soprattutto agli adolescenti, che molto spesso non sanno neanche cosa sia il gesto del "bacio del pane".
Abate continua imperterrito a dividere l'umanità fra buoni e cattivi, o meglio ancora i suoi personaggi o sono tutti buoni o sono tutti cattivi. Certo ci sono i profumi della sua terra, un'accurata descrizione della natura, ma è un ambiente che sembra ricostruito come il teatro di posa di una pellicola, cioè manca di quella spontaneità che si ritrova in Mauro Corona e in Mario Rigoni Stern. In questo libro c'è una gioventù un po' di maniera, ben delineata, ma manca di realtà in una storia tutto sommato piccola piccola, con un alone di mistero ben presto svelato e addirittura infilandoci la malavita organizzata calabrese. Sarebbe potuto anche andar bene, ma il tutto sembra posticcio, messo lì come tante belle statuine di un presepe e con una dose assai bassa di attendibilità. Certo ci sono giovani che si amano, bisticci di fidanzati, un modesto velato erotismo e perfino il lieto fine che non guasta mai, ma si è persa l'occasione per scrivere dell'endemico problema della Calabria, di quelle cosche malavitose che la impoveriscono e rendono la vita non facile ai suoi abitanti. Mi sono chiesto a un certo punto: ma di fronte alla vicenda di un uomo braccato dalla ndrangheta com'è possibile che nel paese teatro del romanzo non se ne avverta la presenza? Non ho saputo darmi subito una risposta, tanto più che l'autore è un figlio di quella terra, di cui si limita a ricordare per lo più stereotipi, ma poi è arrivata quasi all'improvviso: lo scopo è stato di confezionare un libro in cui offrire ai lettori tutto ciò che desiderano e cioè un'ambientazione quasi esotica, una storia d'amore, un po' di suspense con un uomo che fugge dalla delinquenza organizzata e, immancabile, ciliegina sulla torta, un lieto fine. Il bacio del pane è un libro furbo, ma secondo i miei metri di giudizio non può dare di più che far trascorrere qualche ora spensierata
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