L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +10 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2019
Anno edizione:
Promo attive (0)
bellissimo libro pieno di spazi di riflessione sull avventura educativa, di spunti e di stupore per la capacità dei bambini di entrarre nel mondo
"i bambini pensano grande".Un libro scritto nei dettagli nel saper esprimere argomenti didattici,su come i bambini interpretano e pensano le diverse argomentazioni delle materie scientifiche e non solo Consigliatissimo!!
L’assunto di fondo è che i bambini devono poter fare esperienza del mondo come piccoli “scienziati”: osservando, facendo ipotesi, sperimentando al fine di smentire o conferma le ipotesi iniziali. L’insegnante è una guida, pone la cattedra no di fronte loro, ma in mezzo a loro: osservare con i loro occhi il dispiegarsi del sapere. Solo così potremo pensare di porre le basi per una critica argomentata, supportata da fatti in senso a una visione collaborativa. Un futuro per un mondo migliore? Sì.
Recensioni
La didattica proposta da Franco Lorenzoni ne I bambini ci guardano – Un’esperienza educativa controvento (269 pagine, 14 euro), edito da Sellerio, è sicuramente controvento rispetto a quella attualmente in uso in genere nelle scuole elementari, ma in direzione del vento se consideriamo l’interiorità vuota, la tabula rasa, come diceva Platone, con cui un bimbo si affaccia alla vita, pertanto prima la famiglia e poi la scuola hanno un ruolo importantissimo nella crescita interiore dei bambini, per dare loro gli strumenti idonei per comprendere in genere la realtà che ci circonda e con la quale dovranno confrontarsi e convivere, seguendo sani principi etico-morali.
I bambini ci guardano, gli adulti sono modello e, se si danno cattivi esempi, la negatività inizia ad allignare in loro, di conseguenza la scuola che ne ha il titolo e le competenze deve insegnare, come si è già accennato, non solo contenuti già determinati, ma anche e soprattutto un metodo di apprendimento valido non solo per le discipline scolastiche, ma anche come strumento attraverso il quale interagire con il mondo e il loro futuro, perché la modalità mette in moto la facoltà interiore idonea per la giusta comprensione e un adeguato approccio a noi stessi e alla società.
Basta la domanda di un bimbo di terza elementare («Maestro, perché le persone emigrano?») affinché il maestro metta subito in atto il suo sistema educativo che prende in grande considerazione quanto ha scritto il pediatra W. Winnicott, ossia che «nessuno si accorge che i bambini hanno bisogno di dare più che di ricevere», ma la donazione implica l’accettazione dei doni e se questi sono le domande che i discenti nell’aprirsi alla vita sono naturalmente portati a porsi e a porci, l’insegnante, come il nostro maestro protagonista, non deve dare risposte “preconfezionate”, ma con una maieutica di ascendenza socratea, aiutarli a rintracciarle da soli, in un reciproco scambio docente-discente, in cui le risoluzioni non sono date dalla risposta immediata del maestro, ma dalla progressiva raccolta di dati da parte degli stessi allievi per infine, opportunamente guidati, arrivare alla soluzione.
Dunque il maestro, protagonista di questo romanzo che si può definire pedagogico, non stabilisce lui di giorno in giorno gli argomenti da trattare, ma sono i suoi allievi che nel loro affacciarsi alla vita, pongono domande, quesiti a cui il docente li aiuta a trovare risposte in un reciproco ascolto, in un costante recus (indietro) e procus (avanti) come insegna l’etimologia latina del lemma reciproco, infatti, «prima c’è l’andare indietro, solo dopo l’andare avanti. Senza un nostro passo indietro che ci disponga e permetta un’attenzione piena ed aperta verso chi abbiamo di fronte, non c’è alcuna possibilità d’incontro» (pag.13).
Attraverso tale didattica sperimentale Lorenzoni fa affrontare, conoscere e valutare elargendo in contemporanea anche dei principi etico-morali, i maggiori problemi della società attuale, quali l’immigrazione, il razzismo e in genere le discriminazioni sociali, la violenza, la guerra e sollecita alla solidarietà e all’amicizia tra i popoli perché il principio «dell’occhio per l’occhio rende tutti ciechi» (pag.323).
Con uno stile semplice, chiaro l’autore non solo propone un validissimo metodo di approccio alla realtà e alla conoscenza, ma mette in evidenza anche come sia necessario aver paura dell’ignoranza perché è solo attraverso il sapere che, «come ponte tibetano, sospeso sul crepaccio», è possibile superare «le mille separazioni che avviliscono il nostro vivere sociale» e trovare «una possibilità d’incontro con chi ci appare lontano…» (pag.322).
Recensione di Francesca Luzzio
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore