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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2019
«Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.»
Otto Adolf Eichmann, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo in aereo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di quindici imputazioni, avendo commesso, "in concorso con altri", crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l'umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista, in particolare durante la Seconda guerra mondiale. Hannah Arendt va a Gerusalemme come inviata del "New Yorker". Assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il giornale sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro al caso Eichmann. Ne nasce un libro scomodo: pone le domande che non avremmo mai voluto porci, dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il Male che Eichmann incarna appare alla Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai di questo secolo non hanno la "grandezza" dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano.
male Ho voluto rileggere questo libro perché infuria un’orribile guerra in Ucraina. Le impressioni che ne ho ratto sono sempre le stesse: quanto sia facile utilizzare le debolezze dei singoli per perpetrare crimini orrendi. Come sia facile manipolare le masse. Quanto in realtà siano piccine le menti umane, che non si pongono domande escatologiche, non vanno al di là del compito quotidiano. Non una visione del futuro, non un’immagine di etica e di morale. E tutto si ripete inesorabilmente.
Cronaca del processo di Eichmann a Gerusalemme. Agghiacciante ed imprescindibile.
wow libro bellissimo davvero fantastico da leggere almeno una volta nella vita, lo consiglio
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