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Ho letto Barafonda dopo aver assistito alla presentazione dell'autore. Le presentazioni sono interessanti e spesso alimentano la curiosità del lettore, però a me non capita: la mia curiosità per il libro diminuisce man mano che viene svelata la storia; però tutto quello che riguarda la nascita del libro mi coinvolge molto, es: l'idea, gli aneddoti, le curiosità? Il libro racconta una storia di integrazione alla rovescia, nel senso che sono i cosiddetti "intrusi" che per ragioni diverse danno una mano all'indigeno in difficoltà. Tutto ciò avviene a causa di una importante scoperta delle forze dell'ordine che casualmente vengono a conoscenza del segreto di un noto e stimato professionista. Da questo punto di partenza prende il via una storia decadente piena di vergogna, di delusione, di voglia di sparire. Ecco apparire un mondo completamente diverso da come lo si era sempre visto fino ad un attimo prima. Un mondo dove è difficile categorizzare gli individui e dividerli ad esempio in buoni e cattivi perché entrano in gioco tutta una serie di elementi che non erano mai stati considerati prima di allora. Ne consegue un clima cupo nel quale solo a volte si insinua uno spiraglio di luce, luce che viene accesa proprio dai più sfortunati che in qualche maniera condividono spontaneamente il poco che hanno, causando una lunga serie di domande nella testa del protagonista. Per quale motivo leggerlo allora se la traccia principale della storia e buona parte della trama mi erano già conosciute? Per provare un tipo di lettura diversa dal mio solito; invece di concentrarmi sulla storia, ho provato semplicemente ad ascoltarla. E ciò è stato possibile perché avevo fresca nella mente il tono della voce dell'autore, il suo modo di parlare, la sua cadenza, il suo accento. Ecco, quando state per leggere un libro cercare prima di ascoltare qualcosa dell'autore, in modo da immaginare di leggerlo con la sua voce. Il suono delle pagine che scorrono sarà una gradita sorpresa
Barafonda come macabro gioco di parole, ma soprattutto a indicare il quartiere di Rimini dove si svolge la storia. Rimini che ha cambiato volto negli ultimi decenni: la piccola città di provincia si è trasformata in un grande centro urbano, con tutte le problematiche collaterali, come il degrado e l'integrazione degli immigrati. Ed è come se Rimini e Franco, il protagonista della vicenda, si fondessero insieme ad affrontare e far convivere aspetti contrari: rispettabilità e vergogna, ricchezza e indigenza, studio della medicina e malattia, umanità e razzismo. Alla stessa persona, infatti, succede tutto e il contrario di tutto, così come la stessa città presenta molteplici aspetti, basta osservarla da angolature differenti. Franco Botteghi è uno stimato pediatra o un impostore che esercita abusivamente la professione, senza mai essersi laureato? E' un ex-missionario, che ha curato bambini malati in sperduti villaggi africani o un razzista che aborrisce le etnie diverse dalla propria? E' una persona gentile, educata, disponibile o uno scontroso misantropo, che vive ai limiti dell'eremitaggio? E' un affettuoso padre o un irresponsabile, che nemmeno provvede a contribuire economicamente al sostegno della famiglia? E Rimini è la città di antiche origini romane con un suggestivo centro storico e eleganti quartieri residenziali o il caotico abitato con pesanti problemi di degrado e abusi edilizi? Tutto assieme. Perché non è detto che una cosa escluda il suo contrario, soprattutto quando un inaspettato evento capovolge radicalmente l'esistenza di Franco. Lui non potrà mai più vivere come prima e si troverà suo malgrado costretto a cambiare casa, ambiente, amici, famiglia. Compariranno nuovi personaggi, con i quali Franco instaurerà strani rapporti fatti di simbiosi e rifiuto insieme. Persone che diventeranno sempre più vicine, anche se forse Franco non comprenderà mai a fondo la loro importanza. Una storia amara, con un inaspettato finale poetico, anzi, musicale.
Michele Marziani sa raccontare. Anche in questo romanzo il personaggio è uno e allo stesso tempo sono tanti, la storia è una e riesce a raccontarne molte di più. Bello.
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