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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 1992
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Il testo piú importante della letteratura anglosassone.
Questo poema senza nome d'autore e senza titolo, di datazione incerta (VII secolo?), è il piú antico testo poetico lungo, scritto in un volgare europeo. È l'unica epica compiuta delle letterature germaniche antiche. È il testo piú importante e ricco della letteratura anglosassone. Ed è il solo poema al mondo interamente dedicato a uno dei temi mitici piú antichi e universali: il combattimento tra un uomo e un mostro. In poco piú di tremila versi il poema racconta la strenua lotta di un giovane di nome Beowulf con un drago devastatore e assassino, intersecando elementi mitici, favolistici, leggende eroiche e fatti storici documentabili e datati. Un racconto di forte fascinazione che mette al centro della narrazione la paura e il desiderio dell'imprevedibile e nello stesso tempo l'impossibilità da parte dell'uomo di controllarlo e adattarlo alla propria ragione.
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Poema leggendario ambientato nel nord Europa, caratterizzato da paesaggi tenebrosi, da lugubri e invernali atmosfere e con richiami a eroi e rituali odinici, discende da racconti tramandati oralmente, assemblati e trascritti in lingua anglosassone nelle abbazie dai monaci che di quando in quando alterarono l’originario testo pagano sovrapponendovi riferimenti biblici e cristiani. Ricco di suggestive metafore, dal punto di vista letterario il poema costituisce la prima opera compiuta della letteratura inglese; chi ha un’infarinatura di filologia germanica troverà nel testo originale in anglosassone a fronte qualche simbolo dell’alfabeto runico, assonanze con termini dell’inglese moderno e le allitterazioni tipiche delle narrazioni nelle lingue medievali derivate dal germanico.
Ho letto sia l'edizione Einaudi, sia quella Bompiani (di J.R.R. Tolkien) e le ho trovate entrambe molto valide, ciascuna per motivi differenti. Soffermandomi su questa dell'Einaudi a cura di Ludovica Koch, posso dire che ha molti punti a suo favore. Innanzitutto ha il TESTO ORIGINALE A FRONTE (IN SASSONE); sono presenti le note a piè di pagina, cosa che agevola molto la lettura; presenta un'ottima introduzione e un utile glossario dei nomi propri. Inoltre, vi è una bibliografia essenziale, una cartina dei luoghi, una nota al testo ed una alla traduzione. Segnalo che nella prima edizione "I millenni" (1987) da me letta, vi era un errore tipografico di impaginazione: ho trovato due pagine ripetute (la 205 e la 219). Sul Beowulf si potrebbe dire tanto, ma se dovessi fornire un solo motivo per far nascere il desiderio di leggerlo, direi che è uno dei poemi epici che si fanno portatori di quell'etica guerriera profondamente intrisa di un sapere antico che l'uomo odierno ha ormai dimenticato. Tra le sue pagine ritroviamo molto di ciò che appartiene da sempre e ad ogni latitudine del globo (basti pensare ai Samurai o ai Cavalieri cristiani), ad ogni uomo spirituale. Questi, un tempo profondamente ancorato sia al mondo visibile sia a quello invisibile, entrambi considerati realtà manifesta, si riconosceva come uno degli "anelli" di una lunga "catena" di antenati che teneva assieme mondo terreno ed ultraterreno. Nel Beowulf troviamo anche archetipi ancestrali, ad esempio quello del Drago, che immediatamente ci riporta ad altre tradizioni come quella greca, norrena e cristiana, per approdare infine al mondo tolkieniano. Leggendo la tragica morte di Beowulf il pensiero corre all'Iliade di Omero o alle pagine de "Il Signore degli anelli" e dentro di noi una voce ci bisbiglia che "[…] la morte è solo un'altra via. Dovremo prenderla tutti. La grande cortina di pioggia di questo mondo si apre e tutto si trasforma in vetro argentato. E poi lo vedi..."
Un avvincente classico della letteratura medievale anglosassone a cui deve molto la letteratura fantasy moderna come "Il Signore degli anelli". Ottima edizione a cura di L. Koch, fornisce spunti interessanti per ogni tipo di lettore, dal meno al più esperto in materia.
Recensioni
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