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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2020
Segnalato dalla Rivista Studio tra le 10 migliori letture dell'anno 2019: «Suscitare ammirazione e risentimento nella stessa misura, se non è un libro dell’anno questo, difficilmente può esserlo qualcos’altro.»
Tra autobiografia e spietata critica sociale, Bianco è la più tagliente, urticante, spiazzante radiografia del presente che possiate leggere in giro.
«Un po' saggio e un po' memoir, Bianco è una riflessione sull'America contemporanea» – Il Venerdì
Da oltre trent'anni l'uscita di un libro di Bret Easton Ellis è considerato un evento e Bianco non fa eccezione. Anche questa volta il protagonista è proprio lui, l'ex ragazzo prodigio di Meno di zero, il celebrato autore di American Psycho, l'ultimo grande cantore del postmodernismo con Lunar Park.
«Ma, ditemi, scrittori come Ellis – dirompenti stilisti, interpreti cosí brillanti del proprio tempo, sperimentali ma capaci di farsi leggere anche da chi non legge e che pensano contropelo – oggi se ne vedono?» «A un certo punto nel corso degli ultimissimi anni – e non saprei indicare con esattezza quando – un vago eppure quasi opprimente e irrazionale fastidio ha preso a straziarmi fino a una decina di volte al giorno. Questo fastidio riguardava cose all'apparenza cosí secondarie, cosí lontane dai miei consueti interessi, che ero sorpreso dallo sforzo che dovevo fare per liberarmi dal disgusto e dalla frustrazione provocati dalla stupidità altrui: adulti, semplici conoscenti ed estranei che sui social condividevano pareri e giudizi avventati, stupide preoccupazioni, sempre con l'incrollabile certezza di avere ragione».
Da oltre trent'anni l'uscita di un libro di Bret Easton Ellis è considerato un evento e Bianco non fa eccezione. Anche questa volta il protagonista è proprio lui, l'ex ragazzo prodigio di Meno di zero , il celebrato autore di American Psycho , l'ultimo grande cantore del postmodernismo con Lunar Park . Sintesi perfetta di autobiografia e satira sociale, Bianco è una critica tanto affilata quanto spassosa di alcune delle piaghe che affliggono il nuovo secolo: l'ipocrisia elevata a galateo, il moralismo che sostituisce il giudizio estetico, la paura di esprimere un'opinione perché si finirebbe impallinati dai «giustizieri» dei social. E se quelle di Ellis non fossero solo provocazioni (o il cahier de doléances di un «maschio bianco» inconsapevole dei suoi privilegi), ma un invito a essere piú sinceri, piú autentici, a pensare con la propria testa senza preoccuparsi costantemente dell'opinione degli altri? Ellis non si accontenta di interpretazioni superficiali solo perché politically correct: Bianco è un'indagine senza sconti nel rimosso dello spirito del tempo. E dai giorni di Meno di zero nessuno sa farlo meglio di lui. Se c'è qualcosa con cui Bret Easton Ellis se l'è sempre presa, in tutti i suoi libri, è l'ipocrisia, questo grande lubrificante che permette alla società di funzionare. Ma se per più di trent'anni l'ha fatto utilizzando gli strumenti del romanzo, oggi, per la prima volta con questo libro, Ellis l'affronta nell'unico modo possibile: mettendosi a nudo direttamente.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi sarei aspettato qualche pensiero acuto. Invece sono tanti racconti di vita. Il problema è che manca di approfondimenti, di riflessioni che vanno al di là del diario "adolescenziale". Sono storie di vita hollywoodyane dozzinali. Rischia, o vuole, passare per un freddo qualunquista. Comunque queste considerazioni non hanno bisogno di 260pg per essere espresse.
Da leggere, da rileggere, da ripensare. La generazione degli inetti, il vittimismo, le brevi descrizioni dell’11 settembre, l’infanzia di una generazione meno idolatrata di altre. Ho adorato questo libro.
Bianco di Ellis è la stesura su carta della sua visione radicale della società, dettata da un estremo razionalismo e disprezzo verso il vittimismo. La sua idea emerge prevalentemente nella seconda parte del romanzo, rendendo la prima più una sorta di mini biografia. In generale, però, ho apprezzato la schiettezza radicale con cui dipinge l'evoluzione sociale degli ultimi anni e lo ritengo utile da leggere prima di approcciarsi alle sue opere, per avere una visione d'insieme della poetica dell'autore.
Recensioni
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La verità è che, per quanto mi riguarda, Bret Easton Ellis potrebbe scrivere qualsiasi cosa e a me, in termini di interesse, non farebbe la minima differenza: la leggerei a prescindere. Nel suo ultimo libro, White – il primo di non fiction, il primo dopo 9 anni di assenza “letteraria” -, racconta alcuni fatti della sua vita e della sua opera intrecciandoli ai grandi cambiamenti sociali e politici che hanno cadenzato gli ultimi decenni americani, offrendo spessissimo opinioni non richieste e del tutto controcorrente. Non tanto nelle conclusioni quanto piuttosto nel processo che lo porta alle suddette conclusioni: come è già stato scritto altrove, leggere questo libro è come carezzare l’attualità contropelo, seguire la spavalda e isterica mente di Ellis è come ascoltare le cose che nessun altro aveva avuto l’ardire di dire.
Marta
Meglio non usare troppi giri di parole ed essere chiari sin dal principio: Bianco (280 pagine, 19 euro) di Bret Easton Ellis, tradotto da Giuseppe Culicchia, edito da Einaudi, è un libro soporifero, una lettura al rallentatore. E lo è per almeno tre quarti del suo contenuto che attinge molto dalla cultura esperienziale cinematografica dell’autore. Il percorso narrativo è difficile da seguire se non si ha una conoscenza diretta di quelle pellicole, ciononostante appare chiaro quasi da subito il concetto forte che aleggia in ogni pagina: mai come adesso la libertà di espressione è in pericolo.
Senza ipocrisie, e con la disinvoltura spiccia che gli deriva dall’essere bianco, ricco e famoso, Easton Ellis prende di petto la cosiddetta corporation – termine che ritorna con insistenza in ogni capitolo -, ovvero quel pensiero unico, proprio di una certa elite, (politica, artistica, economica, ecc.), che oggi stabilisce senza possibilità di appello cosa sia giusto e cosa invece non lo sia. Chi non è allineato alla cultura dominante, al politicamente corretto, è fuori, è ostracizzato, diventa un reietto. È accaduto anche a lui, vittima a più riprese di minacce, accuse e tweet a base di hate speech, solo per aver espresso considerazioni impopolari o comunque intrise di ironia. Il femminismo, l’omossessualità, l’immigrazione, la politica, diventano tutti campi minati dove basta un piede in fallo, una parola considerata fuori posto, per scatenare l’odio aggressivo dei social.
L’opinione altra non è contemplata: o si accetta la visione progressista e socialmente accettata o si diventa collaboratori di un pernicioso sistema culturale fascista. Il risultato è che la maggior parte delle persone preferisce silenziarsi, autocensurarsi o amalgamarsi al branco. La riflessione sviluppata nel testo risente in gran parte degli echi delle ultime elezioni presidenziali vinte da “The Donald” Trump, la zazzera più irriverente del pianeta, contro cui si è scagliata a testa bassa la Sinistra a stelle e strisce con anatemi ora grotteschi, ora repressivi, persino contrari allo stesso spirito americano. Da questa isteria collettiva che ha portato molti americani (ma non solo!) a preconizzare la fine del mondo, Easton Ellis prende le distanze, evidenziando le contraddizioni e le illogicità di un sistema di pensiero che rinnega se stesso diventando, per paradosso, il suo esatto opposto.
Restio ad ammansirsi e ad accettare l’opinione corrente, Easton Ellis rivendica con fierezza la sua condizione di uomo libero, di intellettuale coerente, di scrittore onesto, ritenendo che «… la nostra vita sia fondamentalmente dura, una lotta per chiunque a vari livelli, e che fare dell’umorismo feroce e protestare contro le sue assurde sovrastrutture e rompere le convenzioni e comportarsi male e sfidare qualsivoglia tabù sia la strada più onesta da percorrere in questo mondo». In un’epoca che si crede libera, ma che in realtà non lo è, il compito dello scrittore è appunto quello di irridere questa torba di baciapile che vorrebbero dettare la linea, impedendo il contraddittorio. Da questo punto di vista Bret Easton Ellis ci è riuscito benissimo, fino a prova contraria.
Recensione di Alessandro Orofino
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