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recensione di Tomatis, R., L'Indice 1997, n. 5
La diffidenza che può ispirare un libro che pretenda di spiegare tutta la bioetica (il sottotitolo è infatti "Dalla A alla Z") è presto fugata. Il libro diGianna Milano non solo non è pretenzioso, ma è umile, preciso e informato; in tutta evidenza, il frutto di un'enorme mole di lavoro preparatorio. L'essere riuscita a condensarlo in meno di ottanta pagine di testo chiaro e scorrevole è un'impresa di tutto rispetto. Una succinta analisi storica introduce all'evoluzione e successiva rapida espansione della sperimentazione animale e umana che ha reso necessaria e urgente una regolamentazione. È essenziale che tutti, sperimentatori, pazienti attuali e potenziali, siano ben consci che un filo non tanto sottile lega gli orrori giudicati al processo di Norimberga a certa disinvolta sperimentazione clinica.
Il tumultuoso e vistosamente pubblicizzato sviluppo delle tecnologie per la fecondazione artificiale e la manipolazione genetica insieme al problema dei trapianti e a quello della morte assistita sono a buona ragione i temi dominanti. È bene però non dimenticare, e Gianna Milano ne è evidentemente conscia, che le regole proposte dalla bioetica non risolvono necessariamente tutti i quesiti morali del ricercatore, né lo assolvono per averli respinti.
Per esempio, l'approvazione da parte di un comitato etico della pratica della fecondazione in vitro (quella nota con le iniziali Fivet) non assolverà la coscienza del medico che si dimentichi di spiegare chiaramente alle sue pazienti (o clienti forse?) che la percentuale di successo è in media del 13,5 per cento e che i neonati sono generalmente di peso inferiore alla norma e che tuttora è molto difficile valutare quanti e quali potrebbero essere i rischi a lungo termine. Un altro esempio, addirittura banale per la sua frequenza, è quello del ricercatore che, messo di fronte alla sperimentazione clinica di un farmaco inutile, o utile solo alla casa farmaceutica che lo produce, ma per il quale è stata ottenuta l'approvazione di un comitato etico, trascura o evita di porsi il quesito della sua reale giustificazione. Il che evidentemente conduce anche a porsi la domanda di quale sia il ruolo effettivo e i limiti dei, o almeno di certi, comitati etici.
Un esteso e utile glossario e una cronologia degli eventi più significativi dalla metà del secolo scorso a oggi contribuiscono a fare del libro una preziosa fonte di informazione per chi voglia accostarsi ai problemi attuali della bioetica.
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