L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Bruce Springsteen, uno dei pochi artisti rock che non sbagliò un disco dal 1973 al 1987. Ciò che parlano sono le canzoni e se andate a scorrere la scaletta la qualità è impressionante, al di là che poi fosse e sia un disco studiato per sfondare e contenga una serie nutrita di hit singles spacca classifiche.O Bruce gioca con la sua immagine e si presta a situazioni imbarazzanti come il video di “Dancing in the Dark” (questa forse l’unica traccia dell’album rovinata da un arrangiamento davvero troppo plasticoso) e non chiarisce a sufficienza l’equivoco che lo vuole tutto muscoli e patriottismo.Se però si vanno ad analizzare i testi, dietro ad una confezione sonora spesso gioiosa si nascondono tematiche molto profonde (figlie degli stessi temi affrontati nell’umbratile “Nebraska”) , contenute in testi magnifici espressi con il consueto ed efficace taglio cinematografico, dove si staglia l’immagine di un’America, che dietro la facciata, non è così vincente e democratica come vuol mostrarsi. Per convincervi basti leggere quello della famosa ed equivocata title track , ritratto a tinte fosche di un reduce del Vietnam, che solleva disperato una richiesta di aiuto e il suo dichiararsi “Nato negli Stati Uniti” è tutt’altro che grido d’orgoglio. Il disco “pop” di Springsteen “Born in The Usa”, al di là di quanto e come ha venduto, rimane dunque un capolavoro ma di tenore diverso da quelli precedenti fino a “Nebraska”, che rimangono superiori .
Negli Stati Uniti degli anni ’30-‘40, Woody Guthrie, un folksinger dell’Oklahoma, si era erto a cantore della provincia americana devastata dalla miseria della Grande Depressione e dell’odissea tragica delle masse di diseredati che abitavano baraccopoli, treni merci e accampamenti spontanei sorti sulla via verso la terra promessa della California. Trasducendo nella tradizione della musica bianca popolare (folk, country, hillbilly) la poetica di Twain, Whitman e Steinbeck, i miti della giovane nazione americana e le istanze contestatarie di un socialismo umanitario ed individualista, Guthrie interpretò lo zeitgeist di un’epoca, incontrando il favore tanto dell’uomo comune, che del Greenwich Village e degli intellettuali politicamente engagés. Nel Dopoguerra il suo lascito fu raccolto dalle grandi «voci ‘morali’ della musica popolare americana» (Scaruffi): Bob Dylan, Neil Young e Bruce Springsteen. Ma se il menestrello di Duluth imprime alla sua musica un afflato metafisico, visionario e liturgico, se il songwriter canadese parte dall’elegia dei grandi spazi e dall’epica della strada per approdare ad un pessimismo che afferisce alla sfera del privato, spetta al Boss raccogliere il testimone di vero erede di Guthrie, di cui fa propri l’empito populista, la tensione profetica, la retorica patriottica e, soprattutto, l’enfasi sull’essenza eroica dell’uomo medio americano. «Born in the U.S.A.» si distanzia musicalmente dagli album precedenti, caratterizzati da un sound modulato su frequenze folk, blues e tex-mex, le quali, pur seguitando ad informare le melodie springsteeniane, vengono però innestate su un impianto rock d’impronta mainstream, testimoniato dall’ampio utilizzo dei sintetizzatori. L’incedere marziale imposto dalle tastiere alla titletrack enfatizza la critica all’impegno bellico indocinese; «Cover Me», «Dancing In The Dark», «I’m On Fire» costituiscono le hit dell’album; «Working On The Highway» è rockabilly; «Pink Cadillac» mescola rock’n’roll e honky-tonk.
ottimo cd. da avere nelle propria collezione.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore