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Alle spalle del libro c'è una evidente volontà divulgativa e di taglio introduttivo al tema, finanche manualistica. In poco più di centocinquanta pagine si offre al lettore più impreparato e distratto la possibilità di intendere i fenomeni ambientali e la controversa azione umana sul pianeta. Nonostante un corposo apparato statistico, Paolini ci conduce con un buono stile narrativo attraverso gli enormi problemi del carico antropico sull'ambiente del nostro pianeta e, da storico, non si limita alle squilibrate pratiche del Novecento, ma accenna nel primo capitolo anche alle infauste vicende del passato più remoto. Come memento, tra i numerosi citati, l'autore ricorda anche le vicende dell'isola di Pasqua, i cui primi abitanti, una volta colonizzato il territorio nel IX secolo dopo Cristo, dissennatamente distrussero l'ambiente che li ospitava, giungendo ben presto e senza scampo al collasso sociale. Alle prese con il problema del surriscaldamento del pianeta, ormai percepibile nella nostra esperienza quotidiana e oggetto di ampia attenzione giornalistica, l'autore rimarca altri rilevanti problemi ambientali, dal buco dell'ozono alla crisi idrica, per giungere al cuore dei problemi, cioè il carico dell'impronta ecologica umana che sopravanza da troppo tempo le possibilità del nostro pianeta. Senza usare toni strillati né invocare comprensibili allarmismi, Paolini espone un racconto che è allo stesso tempo geografico, politico e culturale, ricostruendo a grandi linee, ma con partecipata attenzione e con prosa sicura, il dibattito teorico degli ultimi centocinquanta anni sull'ambiente e sull'ecologia. Il testo rinvia a diciannove dense pagine di bibliografia italiana e, ovviamente, internazionale, che garantiscono al lettore di poter adeguatamente approfondire il tema.
Massimo Moraglio
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