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Anno edizione: 2017
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Le pagine di questo bel romanzo trasudano di amore per la propria terra, ma non sempre questo amore è benefico: quando esso si tramuta in un senso di appartenenza primitivo, belluino e prepotente, rischia di divenire "malato" e quella stessa terra, invece di essere sinonimo di vita e legami famigliari, si sporca di sangue e di morte, divenendo velenoso. Bull Mountain è stata una lettura sorprendente e ad alto coinvolgimento: una volta iniziato non sono riuscita a fermarmi; ci sono elementi crime, noir, c'è tutta la tensione emotiva tipica degli intrecci delle saghe famigliari; Panowich dimostra tutta la sua grande abilità narrativa attraverso il racconto di una storia di terra e sangue, di amore e odio, di vendette, soprusi, criminalità, dissapori famigliari, e in una cornice aspra e ricca di fascino inserisce personaggi forti, ben definiti.
Con una scrittura fluida e un ritmo incalzante, ci viene narrata la storia dei Burroughs. Attraverso i capitoli si dipanano le intricate dinamiche tra i vari membri della famiglia,e in particolar modo tra fratelli. Onore, rinuncia, devozione, paura e scelte dolorose, ma necessarie, vi condurranno in un vortice senza fine sino all'epilogo di questo meraviglioso libro.
Una delusione totale, resa ancora più pesante dal fatto di aver avuto grandi aspettative. Nonostante qualche interessante colpo di scena nella seconda parte, il mio giudizio rimane basso. Cosa non mi è piaciuto: la scrittura, troppo elementare, piatta, poco incisiva. Nessun guizzo di vitalità, di genio, qualcosa che lo contraddistingua. Dialoghi standard per personaggi standard ( lo sceriffo sbruffone, la moglie belloccia, il montanaro rude… ). I personaggi hanno lo spessore della carta velina. Signor Panowich, mi mette McCarthy in epigrafe: non dico di eguagliarlo ( impossibile ), ma almeno di provare ad avvicinarsi a tali livelli! McCarthy è un maestro nel far intuire la paura sottile che pian piano si insinua, la profonda cattiveria dell’uomo e gli estremismi ai quali può arrivare… Lei no: lei mi mette scazzottate gratuite e colpi di fucile facili ogni due pagine, non crea terrore, suspance, non mi lascia inquietudine. So già che tizio X andrà da tizio Y e finirà male, in ogni capitolo, per tutto il libro. L’unico punto a favore che gli posso concedere è l’essere stato abbastanza scorrevole e non confusionario, nonostante la suddivisione che assegnava ad ogni capitolo un personaggio diverso e i frequenti salti temporali. Una trasposizione cinematografica probabilmente sarebbe azzeccatissima.
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