Pubblicato nel Regno Unito nel 1970, in Italia dieci anni dopo, torna disponibile lo studio che ripercorre nei secoli aneddoti su fiori e avventurieri. E racconta come la passione si trasformi in ossessione.
"Che siano state cercate con tenacia e poi raccolte a costo della vita perché belle, buone, medicinali, redditizie o come souvenir, per studiarle, coltivarle o farne decotti, nel racconto di Whittle le piante sono Moby Dick e i suoi cacciatori un capitano Achab spezzettato in una molteplicitàdi biografie in cui la temerarietà si mescola alla follia, la visionarietà alla più spudorata cialtroneria." Giorgio Vasta, Il Venerdì di Repubblica
Cacciatori o raccoglitori? Di certo vanno in cerca di piante i protagonisti di questo libro, in diversi secoli di storia e molti anfratti del globo terrestre. Nelle loro rispettive epoche, di piante rare o magiche, eclettiche o nuove, ornamentali o estrose. Da consegnare a mercanti, negozi, conventi, università. Per ingrandire collezioni, erbari, orti botanici. Per accrescere la gloria di nazioni intere o di accademie universitarie. Ma l'accanimento, di cui le avventure di questi cercatori testimonia, più s'avvicina a quello di cacciatori ostinati. Uomini spesso disposti a sopportare disagio, malattie e lunghi viaggi, a rischiare la pelle pur di scoprire e dare un nome a nuovi vegetali disseminati per l'intera geografia. Molte le vocazioni che li hanno spinti a cacciare: dalla filantropia all'ossessione per singole specie, dall'amore disinteressato per il sapere botanico alla prospettiva di arricchirsi, dal desiderio di denaro a quello per la gloria di una pianta col proprio nome. Un "saggio" di botanica, giardinaggio, storia e avventure, tra invenzioni di cassette per il trasporto e ardite arrampicate di montagna, attacchi di pirati e frecce avvelenale. A questo vanno incontro i cacciatori di piante qui raccontati, singolari biografie che nei secoli hanno arricchito i nostri giardini e pure qualche tasca.
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