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Adattand'il bestseller autobiografico "One Train Later", Grieve riporta di Summers la pacata, dimessa, impietosa critic'anzitutto verso se stesso, "schifoso miliardario settantenne" che tace degl'oltre 15 album incisi poi nella carriera solista in quanto per lui il fulcro consiste nel faticoso equilibrio affettivo raggiunto fra vita privata e successo pubblico, al limite allestendo mostre personali delle fotografie scattate durante l'ultimo paio di decenni. Comunque le chicche sulla band non mancano e non sono di quelle buone solo per i fan: il concetto di sincronicità, ispirato da Jung (in una delle foto di copertina dell'omonimo disco si vede Sting mentre ne legge il libro) e da "The Roots of Coincidence" scritto d'Arthur Koestler nel '72, sembra pervadere l'esistenza di Andy e dei Police. Il titolo dell'autobiografia allude all'incontro assai poco casuale con Copeland nella metropolitana di Londra, incontro senz'il quale fors'il gruppo non si sarebbe nemmeno formato, e la suddetta copertina del quint'e ultimo album è composta da tre strisce d'immagini ognuna dedicat'a uno di loro, sintomatica dell'ormai gravi tensioni all'epoca: i tre membri registrarono le part'in stanze separate, Stewart con la sua batteria nella sala da pranzo, Sting in cabina di regia e Andy nello studio effettivo. Il risultato fu ottenuto quasi scommettendo di nuovo s'un evento paranormale. Cambiando la ritmica di "Roxanne" inizialmente concepita come bossa nova (uno dei momenti più commoventi del film), i Police nacquero band punk-reggae ma conclusero sostituendo entrambi gl'aspetti con un pop-rock sovrarrangiato e costruito su tappeti di sintetizzatori: l'energia degl'esordi svanì, l'acclamazione planetaria no. "Can't Stand Losing You" rimpinza lo spettatore narrando, a parol'e per immagini, d'una scelta di vita farcita d'aneddoti e, cos'ancor più importante, riflettendo sulla presunta provvidenzialità delle c.d. "coincidenze miracolose".
Adattando il bestseller autobiografico "One Train Later", Grieve riporta di Summers la pacata, dimessa, impietosa critic'anzitutto verso se stesso, "schifoso miliardario settantenne" che tace degl'oltre 15 album incisi poi nella carriera solista in quanto per lui il fulcro consiste nel faticoso equilibrio affettivo raggiunto fra vita privata e successo pubblico, al limite allestendo mostre personali delle fotografie scattate durante l'ultimo paio di decenni. Comunque le chicche sulla band non mancano e non sono di quelle buone solo per i fan: il concetto di sincronicità, ispirato da Jung (in una delle foto di copertina dell'omonimo disco si vede Sting mentre ne legge il libro) e da "The Roots of Coincidence" scritto d'Arthur Koestler nel '72, sembra pervadere l'esistenza di Andy e dei Police. Il titolo dell'autobiografia allude all'incontro assai poco fortuito con Copeland nella metropolitana di Londra, incontro senz'il quale fors'il gruppo non si sarebbe nemmeno formato, e la suddetta copertina del quint'e ultimo album è composta da tre strisce d'immagini ognuna dedicat'a uno di loro, sintomatica dell'ormai gravi tensioni all'epoca: i tre membri registrarono le part'in stanze separate, Stewart con la sua batteria nella sala da pranzo, Sting in cabina di regia e Andy nello studio effettivo. Il risultato fu ottenuto quasi scommettendo di nuovo s'un evento paranormale. Cambiando la ritmica di "Roxanne" inizialmente concepita come bossa nova (uno dei momenti più commoventi del film), i Police nacquero band punk-reggae ma conclusero sostituendo entrambi gl'aspetti con un pop-rock sovrarrangiato e costruito su tappeti di sintetizzatori: l'energia degl'esordi svanì, l'acclamazione planetaria no. "Can't Stand Losing You" rimpinza lo spettatore narrando, a parol'e per immagini, d'una scelta di vita farcita d'aneddoti e, cos'ancor più importante, riflettendo sulla presunta provvidenzialità delle c.d. "coincidenze miracolose".
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