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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2018
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Il Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta) definisce l’archetipo di un lirismo assoluto, un canone universale di comunicazione letteraria, un sistema poetico, simbolico e di immagini che, soprattutto attraverso l’opera del Bembo, ha rappresentato un modello di riferimento costante, resistente ed imprescindibile per la tradizione lirica italiana fino a Leopardi e oltre. Costituite da 366 componimenti, metricamente distinti in 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate, 4 madrigali, e divise in due parti, tradizionalmente definite ‘in vita’ e ‘in morte’ (1-263 e 264-366) della donna amata, Laura (forse una de Noves, sposata a un de Sade), le rime sparse petrarchesche non sono in realtà tali, cioè sciolte da legami reciproci di tipo strutturale, ma animano una costruzione unitaria, un macrotesto caratterizzato da una volontà ordinatrice che, attraverso un sottile sistema di connessioni, corrispondenze, simmetrie e richiami intertestuali, garantisce coerenza, sviluppo e progressione di senso all’opera, dando al contempo testimonianza di una gerarchia di valori e significati non sempre previsti all’atto dell’originaria composizione dei pezzi. Esistevano già Liederbücher come il Libre di Guiraut Riquier, la raccolta di Peire Vidal, le corone di sonetti come quella di Lippo Pasci de’ Bardi, l’aggregazione delle rime guittoniane e, soprattutto, il prosimetro dantesco intitolato Vita nova, ma i Rvf costituiscono un momento di cesura che li attira nell’orbita della letteratura umanistica e il cui impianto a tesi vale necessariamente a conferire loro un andamento “romanzesco”. Ma l’aspetto più notevole dell’opera di Petrarca è rappresentata senz’altro dalla ricerca di un «linguaggio splendido e prezioso, una lucidissima, armonica strumentazione linguistica, stilistica e metrica, capace di seguire con equilibrata dolcezza le oscillazioni dell’io poetico e le apparizioni della figura femminile» (Ferroni). Preziosa edizione dei Meridiani con commento curato da Marco Santagata.
Uno dei massimi capolavori della nostra letteratura. Edizione molto curata.
gran bella opera, sotto ogni punto di vista: l'idea, la grafica, la rilegatura, tutto. Del resto si tratta di un'opera intramontabile, le fondamenta su cui poggia la nostra poesia; i commenti di Santagata sono un enorme plusvalore; attualmente il più grande (secondo me, ovvio) Dantista e Petrarchista in Italia, acuto, aggiornato, mai banale e molto didattico nei suoi commenti, senza mai perdersi in inutili voli pindarici (come capita spesso quando si leggono le parafrasi o i commenti a questo tipo di opere)
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