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Testo di notevole densità concettuale, tanto, credo, da essere considerato un punto fermo nei prossimi anni . L'autore riesce a scandagliare approfonditamente il primo periodo dell'ascesa di Hitler, fino al 1933, dimostrando (attraverso un'ammirevole conoscenza delle fonti e attrezzato di capacità teoriche non comuni. Elementi che raramente stanno insieme negli storici.) che il carisma di Hitler fu soprattutto una costruzione abilissima, dell'apparato nazionalsocialista e non derivante da una qualche, metafisica e messianica qualità. Herbst. Smonta così le tesi di quanti, continuando a sostenere l'idea di un "carisma" di Hitler finiscono per accreditare una propaganda che fu davvero efficace. E' interessante la parte in qui si parla del metodo di lavoro dei nazionalsocialisti e di Hitler stesso (credo inedita, almeno in Italia) e di come funzionavano le adunate hitleriane (pubblico pagante, liturgia consolidata). E' evidente che il mito di Hitler nasce dalla sua stessa costruzione e si autoalimenta attraverso immagini fasulle che diventano vere (il film "il trionfo della volontà"). Ma Hitler, l'apparato, il pubblico, credeva davvero nei riti nazisti? Herbst sostiene che questo è un punto che non può attenere all'indagine storica perché inconoscibile. Vero è che il carisma diventa tale dopo il 1933 quando il meccanismo di propaganda di partito diventa statale e onnipresente. Ma anche qui: dove inizia il vero carisma e dove quello fasullo? Stante il titolo e l'argomento la prima guerra mondiale viene appena citata, mentre ritengo che essa non possa essere scollegata dall'avvento dei fascismi. Inoltre trovo che la critica a Kershaw sia non sempre del tutto giustificata, considerato che ha prodotto una biografia di Hitler davvero significativa (ma si tratta qui di srutturalismo/vs Marxismo). Comunque testo capitale su Hitler e il nazismo, sperando che in Italia si traduca anche il suo Das nationalsozialistische Deutschland 1933-1945
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