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Bella storia, disegnata bene. Ma non sempre ho trovato chiaro seguirla con i tanti personaggi e i rimandi tra il presente e il passato. Comunque ne consiglio la lettura.
Una graphic novel orizzontale, con disegni semplici, pochi dialoghi, ma molto eloquenti. Nella sua semplicità è in realtà il punto di partenza per riflettere su ciò che diamo per scontato fino a che non c'è più. Leggeró altro di Paco Roca.
La morte di un padre vista dalla parte di chi resta e di ciò che resta. Restano i ricordi, felici ed amari; resta la malinconia; resta la voglia di ricostruire, ma sulla basi di ciò che è stato. Un libro intimo, delicato e commovente.
Recensioni
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La casa di Paco Roca è un libro che inizia così come finisce, in silenzio. Un silenzio disarmante, che ti entra dentro scavando a fondo con la sua semplicità, facendo riaffiorare in noi emozioni dimenticate. Il lettore sarà costretto a rispettare questo silenzio quasi religioso e in punta di piedi osservare questa storia, nella quale viene racchiuso un pezzo di noi. Quest’ultimo lavoro di Paco Roca non è facile, né per il lettore né per l’autore che descrive questa graphic novel come un’autobiografia messa in opera dopo la morte del padre. È quindi un lavoro che merita rispetto e devozione senza mezzi termini, è un lavoro da assaporare e da leggere almeno una volta.
Dopo il silenzio iniziale carico di tutto il primo personaggio apre le porte di questa particolare casa al lettore, e con lui inizierà un inaspettato viaggio nel tempo. Questo non perché la casa possieda in sé qualche potere magico, no, la casa è semplicemente una casa, un luogo, un oggetto, un pretesto. Tre fratelli, José, Vincent e Carla si ritrovano a riaprire le porte della casa delle vacanze dopo la morte del padre, per sistemarla e rivenderla. Come già detto la casa in questione non mostra nessuna particolare caratteristica, è una casa vecchia, polverosa, rimasta in attesa per anni. Durante i lavori i fratelli riscopriranno i vecchi ricordi del passato, un passato impolverato e malmesso ma che ancora profuma di felicità. In questa storia il passato e il presente si mescolano nelle mura e nel giardino della casa che prima di allora non si pensava così importante, quante volte ci è capitato di pensare “è solo un oggetto”, bene questa graphic novel vi farà cambiare completamente idea. Nessuno sa dove può nascondersi un ricordo, può essere in un albero, in una piscina o nel muro di cinta, insomma, può essere ovunque e rimane lì, in attesa di essere rivissuto. Questo tuffo nel passato ha il sapore amaro dei rimpianti, un lungo addio a un padre che molto spesso è stato sottovalutato, proprio come la casa. In questa semplice storia troviamo la potenza di un legame che riesce adabbattere le barriere del tempo, portandoci nella vita di tre perfetti sconosciuti che in realtà potremmo essere noi.
Paco Roca, spagnolo d’origine, ha conquistato il mondo con Rughe che è stato acclamato come capolavoro del fumetto contemporaneo, da cui poi nel 2012 è stato tratto un premiatissimo film d’animazione di Ignacio Ferreras. La casa è la sua ultima opera nella quale racchiude non solo se stesso ma anche i colori e i profumi della sua terra che diventa quasi palpabile per il lettore, come se si stesse guardando una fotografia. L’intensità emotiva di quest’opera spiazza il lettore, perché non sai a cosa vai incontro finchè non apri il libro e quest’intensità ti cade addosso come un secchio d’acqua gelata. L’autore qui ci mette di fronte al dolore più grande che l’uomo è costretto ad affrontare nella vita: la perdita di una persona cara, ma lo fa facendo rivivere quella persona attraverso un gesto, un sorriso, attraverso una casa. Qui una semplice abitazione viene caricata di tutti gli anni passati, delle gioie e dei dolori, dei ricordi che ci permettono il lusso di non dover dire mai addio a chi amiamo. Finché ci sarà la casa i tre fratelli saranno in grado di gestire il tempo, di costruirsi un futuro con gli insegnamenti del passato, un passato che non si è mai allontanato ma che viene gelosamente custodito dalle mura della casa. È un’opera che emoziona, è inutile negarlo, per cui preparate i fazzoletti.
La grafica del fumetto è molto semplice, lo sviluppo narrativo in orizzontale può risultare “scomodo” all’inizio ma in realtà trasmette molto la sensazione del tempo che scorre. I disegni sono in perfetto stile Paco Roca, semplici, equilibrati e ben dettagliati, il colore rientra nei punti forti di questo lavoro, toni molto caldi che cambiano a seconda del personaggio e dei momenti che vivono. Tavole ordinate e sceneggiatura perfetta, quasi cinematografica, tutti elementi che rendono La casa un gioiello di rara bellezza capace di stravolgerti anche nel silenzio.
Recensione di Francesca Magni
Tre fratelli si ritrovano un anno dopo la morte del padre nella villetta di campagna che l’uomo ha costruito con le sue mani e dove da bambini trascorrevano le vacanze. Devono confrontarsi con la sofferenza, la solitudine, il passato e scegliere insieme che cosa fare della casa. Si tratta quindi di un fumetto sul lutto e soprattutto sulla difficoltà di condivisione del lutto. La casa è ciò che resta della vita di un uomo, la sua traccia nel mondo. E ciò contro cui cozzano duramente i tre fratelli è per l’appunto l’assenza concreta dell’uomo che li ha allevati e che ricompare, dolorosamente sbiadito, soltanto nei ricordi e nelle chiacchiere di un vecchio vicino di casa. A questo punto il semplice e banale dilemma se tenere la casa o venderla assume anch’esso un valore simbolico. Conservare la casa significherebbe restare aggrappati all’assenza e ancorati al lutto, venderla, accettare il distacco e rassegnarsi alla complessa cerimonia interiore dell’elaborazione.
Un fumetto denso di simboli dunque, ma Paco Roca i simboli li tratta con mano leggera, senza lasciarli trionfare, ponendoli sempre tra salde parentesi di realtà. Lo fa in questa come in molte altre sue opere tra cui la più nota, Rughe, breve fumetto sull’alzheimer visto da dentro. La vita all’ospizio, i desideri di fuga, il terrore e l’obnubilamento. Novanta pagine di angoscia pura senza un’ombra di compiacimento e di inopportuna morbosità. In La casa, come in Rughe, il disegno è al tempo stesso essenziale e dettagliato, sulla scia di una tardiva ligne claire che ha abbandonato le strade esotiche dell’avventura per diventare con il tempo pianamente intimista. Anche dal punto di vista della scrittura Roca dimostra grande consapevolezza dei propri mezzi unita ad un’esemplare sobrietà nell’uso del linguaggio e del suo rapporto con l’immagine. Evita da sempre le didascalie emotive ad effetto che spesso sovraccaricano di parole la tavola disegnata.
Roca si affida invece a dialoghi brevi e spezzati che non potrebbero essere definiti né letterari né cinematografici, ma propriamente legati alla narrazione sequenziale per immagini, fumetti per un testo a fumetti. In questo caso, e non sempre avviene, le parole e le immagini seguono un’unica strada e tendono a un’unica meta offrendo un raro esempio di coesione formale che si fonde con una storia lieve e dolente.
Recensione di Chiara Bongiovanni
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