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<p>"Tascabili Bompiani", prima edizione nella collana - Brossura editoriale di 474 pagine. Prefazione di Vittorio Sgarbi. Lievi ombrature di polvere alla copertina con etichetta di libreria al retro; per il resto ottima copia, forse mai letta -- Dopo un periodo di appannamento e di ostracismo ideologico-politico, Nietzsche &egrave; ora di nuovo riabilitato, osannato dai clamori dei suoi adepti. Questo libro si muove controcorrente, perch&eacute; cerca di contrastare la ripullulante mitologia nietzschiana mediante una precisa ricostruzione dei fatti. &Egrave; un libro di documentazione, non di interpretazione; e proprio i documenti, spesso inediti, permettono all'autore di sfatare molte leggende. Il soggiorno e la catastrofe di Nietzsche a Torino sono posti al centro di un quadro animato: la citt&agrave; e la sua vita, i passi del filosofo per le vie e lungo il fiume, le sue lettere e le sue allucinazioni.</p>.
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Verrecchia nega la validità del Nietzsche filosofo,reputa il suo lavoro teorico parassitario,un lavoro di per sé non autonomo,un'opera padrona e schiava di ciò che denuncia,vittima ad un tempo e nel medesimo carnefice.Esercizio del sospetto posto a fondamento.Giudica i suoi concetti deboli,a partire dall'"eterno ritorno".Non gli riconosce quell'"abissalità" che Nietzsche stesso si attribuiva autoproclamandosi l'unico uomo del secolo, in onore del quale sarano gettati i vecchi calendari e la storia non sarà più un "d.C."ma un"d.N.";Verrecchia ci allontana addirittura dall'uomo Nietzsche:per metterne in dubbio l'autentiticità arriva perfino a paragonare la sua follia con quella di Strindberg per rilevare che nei crolli di quest'ultimo vi era più umanità e più "giustificazione".Nietzsche insomma è un uomo debole,la sua esistenza rintraccia tutte le controforze che nella sua opera sono severamente denunciate.Ma questa "porta di servizio" è assai lucente.La provocazione(Verrecchia si dimostra un perfetto studioso,rivela un'attenzione meticolosa nel ponderare ogni ipotesi,anche irrilevante,e al tempo stesso conserva un piglio quasi"sbarazzino",gloriosamente antiaccademico di chi,talvolta,alla lezione in aula antepone una bella passeggiata)è tutta rivolta ai nietzscheani(chi compra il libro),ma a ben vedere è una provocazione ben intenzionata;con Nietzsche si dà questo paradosso(che Verrecchia rileva nella prefazione):l'uccisore per eccellenza di tutti gli idoli finisce per diventare l'oggetto di culto più conclamato.Con ciò Verrecchia ci dimostra di essere più lucido degli allora contemporanei, e facendo di Nietzsche uno strumento(seppur di alta e impareggiabile qualità),ne mette in luce e in atto le potenzialità più proprie,cominciando con l'assimilarle e sfoggiandone un finissimo utilizzo;potenzialità colte p.es.in ambiente francese: il"metodo genealogico" di Foucault;una"tecnica di lettura",la fin troppo degradata dalle università americane"decostruzione",di Derrida e l'"antiedipizzazione"di Deleuze - ff
E' un testo, come tutti gli altri dell'autore, che fanno innamorare della filosofia anche a chi non è del mestiere e, forse prima, ne stava distante. Complimenti anche alla Vs. casa editrice che da tempo è compagna dei miei studi. Vorrei, se possibile, chiedervi la cortesia di darmi la e-mail - o un altro mezzo di contatto - del filosofo Verrecchia. Grazie e ancora complimenti. Nicola.
Una puntuale e drammatica descrizione della tragica vita di Nietzsche a Torino che non lascia indifferenti. Dopo queste pagine non si può non provare pietà e compassione per un grande uomo infelice. Nietzsche, nella sua follia, pensava di essere il Crocefisso e forse aveva ragione: come Cristo portò su di sé i peccati del Mondo, Nietzsche sembra portare su di sé le follie e le allucinazione di un’Europa ebbra e malata. Il filosofo muore in manicomio, e in “manicomio” forse sta morendo l’Europa. Il libro non analizza o critica il pensiero di Nietzsche, ma fa sentire il filosofo vicino: si vede in lui un amico geniale e sfortunato, un grande uomo ormai annebbiato dalla follia, che trova a fatica luminose gemme di verità fra tremende allucinazioni.
Recensioni
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