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Entrambi i saggi di Monaldo Leopardo sono sia d’interesse storico sia attualissimi per la situazione che oggi viviamo. Il Lettore attento, modificando qualche termine (ad esempio al Cap.XIII leggendo “istruzione scolastica di stato” invece di “civiltà”), può comprendere molto bene che si parla anche di realtà presenti: falsa libertà di stampa (p.86), imposizione degli asili nido (p.92), falsa democrazia (p.96, 150), strapotere di certi giudici (p.158), ingerenza dell’unione europea nei singoli stati (p.175). L’Autore dimostra competenza teologica, attraverso riferimenti pregnanti a San Tommaso d’Aquino, e grande capacità di critica, e di previsione delle conseguenze, cui avrebbero portato le decisioni maldestre assunte dai governi della Restaurazione (p.100 e l’azione dei rivoluzionari (chiamati liberali nel testo). La rivoluzione distrugge la società e riduce il popolo ad una “massa di individui indifferenziati al di sotto dello stato, dal quale essi derivano i loro diritti: ecco l’egalité.” Per ridurre il popolo a massa informe la rivoluzione “deve eliminare i corpi intermedi quali le confraternite, le corporazioni, ed infine la famiglia, accentrando tutti poteri nelle mani dello stato.” (p.88) Molto interessante parimenti il saggio introduttivo di Lidia Zawada.
Secondo il tradizionale metodo delle domande e risposte - recentemente usato nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica - Monaldo Leopardi utilizza la stessa formula per i suoi due Catechismi che vengono qui riproposti dopo oltre 170 anni senza che abbiano perso mordente o freschezza. Il Catechismo filosofico, in particolare, ebbe un successo tale, all’epoca della sua pubblicazione, da suscitare dibattiti persino alla Camera dei Comuni di Londra.Il Catechismo filosofico, che per Monaldo che deve precedere o per lo meno deve accompagnare i primi ammaestramenti della gioventù. Un brillante compendio nel quale sono esposti i principi della tradizione e confutati i principi del liberalismo. Monaldo polemizza contro il concetto di indipendenza partendo dalla sua definizione: che l’Italia non dipenda da un principe e da un governo straniero. Il Catechismo sulle rivoluzioni è un breve libretto che ha come oggetto esclusivamente la categoria di Rivoluzione considerata come una rivolta contro l’ordine naturale. Semplici e graffianti, le due opere riassumono in modo brillante il pensiero del conte recanatese, rivelandosi utili non solo per rileggere con una prospettiva originale la storia della nostra penisola, ma anche per interpretare sotto una nuova luce il nostro tempo.
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