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scheda di Rubinich, M., L'Indice 1993, n. 9
L'età ellenistica è caratterizzata, in tutto il bacino del Mediterraneo, da un'intensa attività artigianale, favorita da un notevole sviluppo dell'edilizia privata e da un generale miglioramento della qualità della vita. Il diversificarsi delle produzioni, non più destinate soltanto ai grandi santuari o ai ceti più abbienti, ci è testimoniato dal diffondersi ovunque di botteghe per la realizzazione di vasellame fine a vernice nera, graffito, sovraddipinto o con decorazione a rilievo a imitazione dei più preziosi prodotti in metallo, in grado di soddisfare pienamente le esigenze locali. Lo scavo di una di queste officine, attiva nella prima metà del II secolo a.C. ad Efestia, città dell'isola di Lemno (Egeo settentrionale), è lo spunto per il presente volume. Un'analisi minuziosa dei resti di ambienti di lavorazione e di forni per la cottura scavati dalla Scuola Italiana di Atene tra il 1979 e il 1984 e soprattutto la catalogazione attenta di tutti i manufatti rinvenuti negli scarichi delle fornaci, ci permette di ricostruire la vita del piccolo quartiere di vasai. Le ruote in terracotta per i torni, i pestelli e i mortai per l'impasto e la lavorazione dell'argilla, le grappe di piombo per restaurare i grandi contenitori erano impiegati per produrre in serie coppe semisferiche (e anche lucerne) decorate a rilievo con l'impiego di matrici, anch'esse in terracotta e ritrovate in buon numero nello scavo. I motivi decorativi sono ricchi e svariati: si imitano foglie e petali di ninfea e altri vegetali, oppure si prediligono motivi idilliaci o mitologici come mostri marini, delfini, sileni, figure di Eroti, Centauri, o di divinità (Dioniso, Arianna, Poseidon, Eracle, Apollo), scene di caccia, di danza e di combattimento. Un repertorio vastissimo dunque, che attinge alla scultura di età severa e classica, e impiega come tramite manufatti in metallo, soprattutto teche di specchi, vasellame, armi, finimenti, rivelando una forte influenza della cultura ateniese, dominante a Lemno dalla fine del VI secolo a.C., quando l'isola divenne possedimento della capitale dell'Attica, ma stemperata da un certo eclettismo e da una notevole autonomia della bottega nella scelta e nell'accostamento dei motivi decorativi. Da un'opera sicuramente destinata in prima istanza agli addetti ai lavori, scaturisce dunque la ricostruzione non soltanto di un eccezionale documento dell'attività artigianale ma anche un'esemplificazione del complesso movimento di modelli figurativi e correnti di pensiero caratteristico dell'eclettico mondo ellenistico.
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