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ho scoperto l'autrice perché attratta dalle copertine in vista e il prezzo di lancio e devo dire che son stata fortunata,ho adorato la sua scrittura e il libro in sé. Consigliato
Con delicatezza e senza retorica, con il suo consueto velo ironico ma sempre rispettoso, l'autrice descrive la volontà di non lasciarsi andare alla tristezza, non affogare nella disperazione. La protagonista del romanzo torna alla sua casa di montagna, in Svizzera, alla fine delle prima guerra, che le ha tolto tutto quello che era il suo mondo: le ha strappato persone care e cancellato lo stile di vita che aveva sempre condotto e nel quale si era sentita felice. Rimasta sola, da Londra, trova il coraggio di tornare in Svizzera, di tornare nel luogo che un tempo la rendeva felice, anche se erano proprio quelle persone che ora ha perso quelle con le quali condivideva quel luogo. Ha voluto tornarci, da sola, per provare a riaffiorare alla superficie del dolore, nell'unico posto in cui i ricordi felici erano talmente forti e concreti da poterla aiutare. Tutte le prime pagine descrivono in modo profondo e toccante il suo senso di perdita, lo sconforto, il timore che la ferita (prima di tutto della guerra ma anche dell'abbandono, della fine di un amore) sia troppo sanguinante per potersi rimarginare. Ma sotto al dolore lei stessa sente la presenza di ceneri che potrebbero riscaldarla ancora e lì, sulle montagne, da sola, prova piano piano a riattizzarle. Ma a risollevarsi davvero, riesce solo nel momento in cui si confronta con altre due persone, altre due esperienze di disperazione che incontra casualmente lì: due donne, due sorelle conosciute per caso e accolte nello chalet, rivelano pian piano un passato cupo e tenebroso quanto il suo e lei sente che forse nella condivisione delle esperienze potrebbero tutte trovare la strada per riaprirsi alla vita. E la strada si apre passando dalla serenità e dal sorriso, non dalla sofferenza. E' proprio questo il grande messaggio dell'autrice: con il suo consueto velo ironico, acuto, ma sempre rispettoso e delicato, fa emergere i nostri difetti, il nostro bisogno degli altri, ma soprattutto la potenza della nostra voglia di vivere
Scritto sottoforma di diario, il libro narra dei mesi trascorsi da una giovane donna in uno chalet di montagna per cercare di superare gli orrori della guerra. Ne risulta un romanzo che ho trovato lento e noioso; la sterile descrizione delle monotone giornate ha messo a dura prova la mia volontà nel portare a termine la lettura. Avrei apprezzato un maggiore approfondimento psicologico dei personaggi e delle loro paure e difficoltà, tutti aspetti che vengono appena accennati. Anche la scrittura semplice e lineare resta priva di elementi capaci di rendere interessante quest’opera, che sfuma ben presto dalla mente del lettore.
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