Oliver Otway Orme è un pittore di una certa fama, con un segreto che lo accompagna fin dall’infanzia: ha una mania della quale non riesce a vergognarsi, quella di rubare piccoli oggetti.
«"La chitarra blu" di John Banville è un romanzo ricchissimo e denso, da leggere piano piano. Intanto perché Banville, come sempre, è il re delle descrizioni: i suoi ritratti e i suoi paesaggi sono quadri da guardare con calma, fermandocisi davanti, per cogliere l'uso incredibile della luce e per non perdere nessun impietoso, amorevole, dettaglio. Pochi scrittori hanno la sua mano da pittore.» - L'Espresso
«Un monologo drammatico in tre parti, dalla penna del maestro del genere, John Banville.» - D di Repubblica
«Un libro che riesce a essere divertente e ferocemente serio, soprattutto nel suo lavoro di demolizione, che si accanisce contro il mestiere di scrivere romanzi.» - Internazionale
«"La chitarra blu" di John Banville è un romanzo intonatissimo. Di più: leggendolo si ha la sensazione che ogni frase contenga l'intero libro. Sul piano dello stile è una questione di precisione, la sua voce è così precisa da non mostrare alcuna esitazione, nessuna sbavatura: tutto si tiene. [...] La cifra di Banville, il materiale in cui è costruita la sua casa, è la pervicace mancanza di tragicità. Il suo metodo di osservazione della realtà, comprese le emozioni, è scientifico, il suo linguaggio straborda intelligenza e ironia. L'umorismo, nella tradizione del Dikens di "Circolo Pickwick", è elegante e irresistibile. Ma quel che è davvero incredibile in lui, non solo in questo romanzo ma in tutti i libri della sua lunga carriera, è il mondo invisibile in cui svolge la trama.» - La Repubblica
"Splendido e struggente: La chitarra blu è forse il più godibile tra i romanzi di John Banville..." - The Washington Post
"Raffinato e toccante" - The Times Litterary Supplement
"L'incancellabilità del dolore, la durata dell'amore, il valore dell'arte. Con La chitarra blu John Banville ci regala un'originale e coinvolgente variazione su questi temi" - The Telegraph
"Ancora una volta Banville si dimostra una delle voci più acute ed eleganti della letteratura contemporanea" - The Observer
Quasi a sfidare la sorte, che finora gli ha sempre evitato di essere scoperto, questa volta ha commesso un furto che potrebbe minare l’equilibrio della sua vita. Ha infatti «rubato» una donna non sua, la moglie di quello che era, forse, il suo migliore amico, che ignaro si rivolge a lui in cerca di conforto. Temendo di essere smascherato, Oliver fugge da tutto, non solo dall’amante, una donna in fondo scialba per cui nutre un sentimento ambiguo, ma soprattutto dalla moglie, la bella e algida Gloria. Spera in realtà che sia lei a ritrovarlo e a liberarlo da un esilio autoimposto, superando la distanza che un grande dolore ha creato tra loro. Segregato nella sua casa natale, dove tutto lo riporta all’infanzia, Oliver è costretto a confrontarsi con domande che lo angosciano, con la verità e la menzogna dei suoi legami più profondi, e con i demoni della vocazione artistica che sembra averlo abbandonato.
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