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Due trame incalzanti si intrecciano in una Rimini primaverile e felliniana, tra segreti dell'alta società, equivoche atmosfere circensi e la seducente scenografia del Grand Hotel.
Comincia tutto con una valigia. La tira su il peschereccio del capitano Valentino Costanza, al largo della costa di Rimini, in un bel giorno di maggio. La valigia contiene un mucchietto di ossa, che sembrano quelle di una bambina, e viene subito chiamata la Squadra omicidi, guidata dall'irresistibile vice questore Costanza Confalonieri Bonnet. Un «cold case» raccapricciante ma di secondo piano? Può darsi, ma meno di quarantott'ore dopo se ne aggiunge un altro, decisamente bollente, che coinvolge un'ereditiera infelice, una misteriosa Fondazione e uno studio di avvocati da trattare con i guanti. È un bel garbuglio, e per riuscire a sbrogliarlo Costanza avrà bisogno di alleati, tra cui il compagno di sua madre Leo Liverani, comico e gentiluomo, e lo stesso capitano Valentino, marinaio specializzato in tuffi al cuore. Squadra che vince, e risolve casi, non si cambia e in questa nuova puntata della trascinante serie gialla di Gino Vignali tornano in scena, al fianco di Costanza, l'ispettore capo Orlando Seneca Appicciafuoco, l'agente scelto Cecilia Cortellesi, e il vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci, stavolta impegnato in un'indagine sotto copertura ad alto tasso di ignoranza.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Potrebbe essere un nuovo genere, giallo-umoristico. Carino, scorrevole, per nulla impegnativo. Classico libro da ombrellone, Gradevole passatempo, comunque ben scritto.
Un libro carino, unisce giallo e umorismo.
Che dire di questa seconda opera gialla? Rispetto al primo romanzo, effettivamente c'è un miglioramento. Intendiamoci, niente di stratosferico, ma l'esperienza sicuramente insegna. La narrazione è più corposa, si vede lo sforzo per cercare di uscire dal tipico copione televisivo cercando di essere più romanzo e meno "Don Matteo". I personaggi restano solo macchiette abbozzate con una profondità vicina allo zero. La trama è da 6 e il colpevole è lampante già a metà del racconto. Quello che infatti disturba di più è che non c'è alcuna tensione. Tutto scorre in modo lineare senza far mai sobbalzare il lettore. Nessuna sorpresa, niente. Anche le ambientazioni sono stereotipate e si ha la netta impressione che chi scrive, in realtà, conosca poco o niente di certi luoghi e situazioni. Eppure, in mezzo a tanta desolazione, in qualche momento, come un lampo in una afosa sera d'estate si intravede una luce diversa. Troppo poco per far decollare il tutto, ma indubbiamente è un inizio. Ora attendiamo il terzo romanzo e stiamo a vedere. La terza stella è, come sempre, un incoraggiamento.
Recensioni
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