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Bellissimo ritratto di una New York malfamata e crepuscolare, dove si intrecciano tre storie diverse appartenenti ad altrettante epoche; tre storie che raccontano il lato oscuro della Grande Mela senza mai annoiare il lettore. Sebbene si tratti di un romanzo, ho trovato molti riferimenti alla realtà odierna di New York, ormai disumanizzata dalla frenesia della vita moderna che lascia spesso indietro chi non riesce a tenerne il passo. Bellissimo, inoltre, il riferimento all'innato contrasto fra arte e follia che spicca nella storia di Julius il pittore.
Recensioni
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“Non mi sentivo più coraggioso: ero confuso e spaventato da quell’uomo con feroci occhi azzurri che gridava! Riuscivo solo a pensare che, se gli avessi detto una bugia, mi avrebbe chiuso in uno stanzino buio e puzzolente senza la mamma!”
Tre storie che si collocano rispettivamente nel 1832, nel 1859 e nel 2001, tre vicende che testimoniano l’abilità dello scrittore inglese, acuto analista delle turbe delle coscienze umane, dei giochi dell’inconscio e del devastante potere degli uomini su altri uomini, sia che ne cerchino la salvezza che la perdizione.
I racconti sono tutti ambientati a New York; nel primo e nel terzo ci si trova in una città spettrale e dominata dal senso di morte, nel 1832 a causa della peste che ha decimato la città e che ne ha devastato anche l’anima; nel 2001 nel periodo immediatamente successivo all’attentato alle Torri Gemelle quando la polvere che copriva angosciosamente gran parte della città nascondeva ancora i tanti morti insepolti e bruciava in gola e quando la paura era la nota dominante, palpabile, una sensazione fisica oltre che psicologica di precarietà e rischio costanti.
Nel racconto centrale siamo nel cuore di Manhattan, e sono le abitazioni, gli interni, a fare da sfondo alla vicenda. Il figlio, senza grandi capacità imprenditoriali, di una ricca e potente famiglia viene indirizzato all’arte, comodo rifugio per chi benestante, non ha doti di tipo pratico. Si innamora di una modella nei cui confronti però il severo padre e il cognato arrivista sferrano, senza che il ragazzo lo sappia, un piano di allontanamento.
L’abbandono dal parte della modella porta alla follia il giovane amante che… La vicenda è narrata dalla nipote del pittore, ambiguo maestro del giovane rampollo.
La morte insegue ormai da vicino il protagonista della prima storia, fin dall’infanzia lo aveva accompagnato, così come l’odiosa angoscia di essere l’inconsapevole responsabile della morte della madre.
Ma è solo nel terzo, quello che racconta eventi che ben conosciamo, che McGrath riesce a coinvolgere pienamente il lettore nella crescente ansia della precarietà, del rivolgimento dei valori e delle situazioni in cui gli uomini, quasi in una novella Sodoma, provocano con i loro comportamenti la tragedia collettiva, incapace di purificare però questa città malata.
A cura di Wuz.it
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