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Anno edizione: 2017
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E' quasi legge acclarata quella di un intuito che spessissimo scava e vede meglio nella gola del mistero più di ogni perfetto lume di ragione. Quasi sempre l'impressione sente la dissonanza già prima di ogni prova tangibile; la annusa, la sfiora nelle sue strane carenze, e anticipa in fine le virtù della scienza con elementi di bizzarra sagacia. E' come uno zoppo dallo sguardo acutissimo che arriva prima del sano di gambe, distratto da elementi di scontata realtà nei quali confida come certezze inconfutabili. Se caliamo quest'equazione in tanta letteratura gialla di inizio secolo, nei geniali anfratti di menti raffinatissime (prima fra tutte quella di un Philo Vance) possiamo accostarci a questo libro delizioso con le bislacche (ma solidissime) fiducie di chi incontra sulla sua strada qualcosa di unico, restandone avvolto come in una cappa di gioia. Ecco Basil Grant, ex giudice ormai mezzo pazzo, che risolve senza troppe corse o azioni, fra sbalordimenti costanti di chi lo affianca, gialli di ogni specie. Basil che condannò a tre anni di galera un tizio per un delitto passionale, ma aggiungendo "nella convinzione che quello che le occorre sono tre mesi al mare". Basil un po' mistico, un po' poeta o dandy o solitario, alle prese coi tanti campionari del losco e del sinistro che riesce a fermare nella paralizzante verità di una logica solo sua, ma indiscutibile, resa ad arte. I fatti messi in un angolo, intravisti appena in una luce veloce, mentre conta solo l'immediatezza dell'impressione. Lo scatto dove nessuno accenna un pensiero, perché "la verità è necessariamente più strana della finzione, dal momento che la finzione è una creazione della mente umana". Chesterton gioca a spiazzare e a sorridere con arguzie originalissime, semina qua e là le sue massime come cristalli di magnifica bellezza. Un club dalle regole più che folli nel quale si aggira un consesso umano degno di ambulanze immediate, davvero ai limiti della sanità mentale. Ma è Chesterton, è un Amore.
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