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Anno edizione: 2021
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Fabiano Massimi, l'autore del bestseller L'angelo di Monaco, tesse un giallo che mescola alla perfezione tensione e humour, indovinando il più efficace dei detective: perché nessuno conosce il crimine meglio di un criminale.
Quando Viviana, giovane impiegata di una galleria d'arte, viene ritrovata uccisa nel suo appartamento, i sospetti della polizia si concentrano sull'ex detenuto Danilo Secchi: stesso modus operandi dell'omicidio che l'aveva portato anni prima dietro le sbarre, sue impronte digitali sulla scena del delitto. E poco importa che le prove siano tutt'al più indiziarie: per il commissario Cassini "colpevole una volta, colpevole per sempre". Per fortuna di Danilo non tutti la pensano così. Lo scopre anche Arno, tecnico di computer con due figli e un matrimonio in stanca, quando una mattina il vecchio amico Lans, pittore di talento da poco uscito di prigione per una rapina mai del tutto chiarita, gli spunta davanti con una strana proposta: mettere i suoi talenti di informatico al servizio del Club Montecristo, un'associazione capillare di ex galeotti decisi a far giustizia quando chi ufficialmente dovrebbe garantirla è troppo miope per riuscirci. Arno e Lans pian piano intuiscono che Viviana aveva tanti segreti, e che proprio lì si nasconde la verità sulla sua morte.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ogni volta mi dico di smettere di dare retta alle recensioni, e poi ci ricasco. Questo è un altro caso che, a dispetto dei commenti entusiasti che leggo anche su questa pagina, io ho trovato noioso, banale, poco originale, con personaggi per nulla intriganti.
Massimi non delude mai
Il titolo, di proposito, rimanda al conte ed all’isola omonimi del capolavoro di Dumas padre, e indirettamente anche al famoso testo risorgimentale di Silvio Pellico sulle sue prigioni, citato espressamente nel corso del racconto. Con quei romanzi ha non poco in comune: in questa storia Fabiano Massimi, infatti, ci parla di carceri, di prigioni, di luoghi di reclusione e dell’umanità che suo malgrado ci vive o ci ha soggiornato, a torto o a ragione; direi di più, si accenna qui neanche troppo velatamente a galere che non sono necessariamente fisiche e provviste di sbarre, e dove più spesso di quanto non si creda chi vi è rinchiuso, neanche sa di esserlo, talora vi si è imprigionato volontariamente, spesso non è nemmeno un pregiudicato, un reo confesso, o addirittura colpevole di qualche reato. Primo, ex carcerato che, con stenti e sacrifici si è rifatto un’esistenza prospera e felice, è uno di quelli che, come si dice, ce l’ha fatta, e una volta libero ha costruito onestamente una fortuna economica. Memore dei suoi dolorosi trascorsi in prigione, si prodiga generosamente per i compagni meno fortunati di lui, ha ideato e presiede “Il Club Montecristo”, una vera e propria associazione pro bono di ex-carcerati. La solidarietà è sempre particolarmente viva tra i derelitti, tra fratelli di sventura, perciò il club Montecristo li aiuta, li soccorre, li sostiene, non li lascia soli…specialmente quando li sa innocenti. I membri del Club si ribellano alle norme non scritte che certificano che chi delinque anche una volta sola è irrecuperabile, letteralmente si ammutinano a questo pregiudizio infondato, sono gli ammutinati, coloro che si rifiutano di obbedire ai pregiudizi, dissentono da chi definisce i detenuti indegni finanche di speranza. Trovano un tesoro nella solidarietà che li unisce, ricostruiscono una realtà diversa, ammantata di nobiltà, ricompongono la realtà dei fatti, ristabiliscono la giustizia. Quella vera, spesso diversa da quanto immaginato, talora amara.
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