I giovedì della signora Giulia

Rileggere Piero Chiara, per chi ahimè è abituato al fast food degli scrittori contemporanei, è come ritrovare il sapore dei piatti tipici in una trattoria di paese: la trama, il ritmo narrativo, lo stile, ci sono proposti con quella sobrietà che è merito e qualità di pochi. Un "classico" dunque, da gustare con calma.

Un raffinato noir ambientato negli anni cinquanta dal quale la RAI produsse uno sceneggiato a puntate per il piccolo schermo. Un libro che ricostruisce, attraverso aneddoti e indagini, la scomparsa della moglie di un avvocato. Ogni giovedì la signora Giulia si reca a Milano per visitare sua figlia presso il collegio delle suore orsoline. Durante lo spostamento settimanale si scopre, però, che la donna coglie l’occasione per avere ulteriori incontri. Benché nel racconto Giulia resti una protagonista occulta, non è difficile attaccarsi al fascino della sua figura. Di lei ne parla il marito e un ispettore che si occupa del caso per fare luce sulla vicenda. Una storia in cui si respira un’aria di suggestivo mistero: mentre fluisce il sangue freddo della prudenza, tutto sembra pacato e attento ai clamori. Poi una villa in un grande parco intorno alla quale si aggira l'ombra di un visitatore notturno, finisce per conferire un'eco d'inquietudine a queste pagine di per sé già incalzanti e che procedono con trasporto arricchendosi di nuove sfumature. A rendere caratteristica l' ambientazione è senza dubbio la capacità dell’autore e lo stile scorrevole e lineare di una scrittura essenziale ma al tempo stesso evocativa.

Secondo me il vero punto di forza si trova nella capacità dell'autore di scrivere un libro che sembra una sceneggiatura, proprio per la sua semplicità e per il suo essere essenziale. Per i gusti di alcuni potrebbe sembrare troppo essenziali ma io ritengo una lettura piacevole proprio per questo. La trama è interessante e viene raccontata in modo insolito, quasi si trattasse di una bozza. La scrittura è sia elegante che piacevole. Voto complessivo molto positivo.