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A questo piccolo volume, come ad uno scrigno o ad un vademecum, Carlo Azeglio Ciampi sembra voler lasciare la sua eredità. La sua "ultima" parola. Che "ultima" non è certamente, ricordando quanto scriveva Dietrich Bonhoeffer: "Non si può e non si deve dire l'ultima parola prima della penultima". E Ciampi di "penultime" ne ha dette, dandone soprattutto testimonianza di vita. Questo suo piccolo libro non è altro che un bilancio, fatto di voci che riguardano esperienza vissuta, analisi di grandi fenomeni socio-politici, idee e pensieri scaturiti da "riflessione e lettura". "Ho già raccontato", ricorda Ciampi riferendosi ad altri libri, come nel caso de "Il sentiero della libertà. Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi" (Laterza 2003) a cura del Liceo Scientifico Statale Fermi di Sulmona, in cui viene riportato il suo diario della traversata da Sulmona a Casoli, il 24 marzo 1944. E proprio a Sulmona, nella prima edizione della Marcia "Il sentiero della libertà/Freedom Trail", il 17 maggio 2001, rivolse un appello appassionato ai giovani: "Anch'io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello?". E quest'anno, nei giorni 27-28-29 aprile, avrà luogo la XII edizione, con oltre 500 giovani provenienti da varie parti. "A un giovane italiano" è un libro che non ha nulla di "nazionalistico", ma tutto di europeo ed universale, perché messaggio profondamente umano. Un piccolo libro in cui ogni parola ha un peso gigantesco ed ad ogni punto si apre uno scenario da galassia. Tutti i temi che assillano gli uomini di ogni età e che un giovane trova sul suo cammino sono esposti senza riserve e senza finzioni, delineati con la partecipazione, la competenza e l'esperienza d'un novantenne. Come bussola: Giustizia, Libertà, Solidarietà. "Non posso dirmi pessimista" conclude Ciampi, invitando i giovani ad aver fiducia nelle proprie risorse e nella capacità di indignarsi, come lo slogan, divenuto ormai parola d'ordine.
Non sono un giovane italiano, ma un uomo più vicvino alla terza età che alla seconda. Ma ho dei figli ancora giovani, a cui consiglierò caldamente questo libro. Per scrivere una recensione, bisognerebbe riscrivere tutto il libro, dalla prima all'ultima parola del Presidente Ciampi. Non c'è una virgola che non mi trovi d'accordo. E' un appello accorato perchè non si perdano per strada quei valori fondanti la democrazia, stabilita nella nostra Europa dopo secoli di lotte, di guerre, di dittature. Non possiamo lasciare ora alla dittatura del dio denaro, della finanza non controllata, il nostro futuro. Perchè come dice Ciampi, del nostro futuro -vista l'età-possiamo anche esserne poco preoccupati, ma lo dobbiamo essere per i nostri giovani. Certo che guardando quello spettacolo indegno che è ormai diventata la politica, le figure come Ciampi e come quelle che Ciampi ha più volte ricordato ci mancano molto. Ma bisogna essere sempre ottimisti. Infine, credo che questo libro dovrebbe essere "obbligato" nelle scuole, non solo italiane, ma europee, perchè il titolo poteva anche essere "A un giovane europeo".
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