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Le prime frasi del romanzo
Al funerale di mio padre, alla fine di tutto il resto, accesi in suo onore un gran fuoco con una catasta di cassette della frutta, mobili rotti e pezzi di un albero caduto. Le fiamme svettavano sul fazzoletto di terra incolta che io chiamo il giardino del falò, e rifulgevano contro il cielo di quel tardo pomeriggio, troppo alte per tentare di spegnerle. Giù, sul prato all’inglese, i miei parenti annaspavano come pesci spiaggiati, tenendosi la faccia quasi fossero usciti dall’Urlo di Munch; sembravano drogati. Gli invitati, nelle loro gramaglie griffatissime, si riversavano fuori dalla casa in un coro di «Ooohhh», mentre il bagliore delle fiamme li illuminava trasformandoli in spettri.
Il mio patrigno, Lowell Baxter, avvizzito bellone da copertina, ex star della tivù attualmente in disgrazia, se ne stava lì, malfermo sulle gambe, stranito e con gli occhi pesti, e l’aria di uno che dopo una lunga dormita si svegli nel posto sbagliato. Hannah, mia madre, nella più elegante mise da lutto acquistabile con carta di credito, arrancava sull’erba umida come una puledra appena nata.
I suoi bei lineamenti si stavano afflosciando piano piano, come per una foratura. Si aggrappava ai propri vestiti, con violenti singhiozzi, ma non riusciva a tenersi dritta in piedi. Forse aveva dimenticato come si faceva, zavorrata com’era da una montagna di debiti.
Avrei potuto riprenderli con la videocamera, immortalare il loro strazio per vederlo e rivederlo, e invece feci come mi consigliava sempre il mio migliore nonché unico amico Thurston: assaporai il momento. Perché quel momento bastava e avanzava. Me ne stavo lì, contemplavo la loro sofferenza, e intanto imboccavo il mio fuoco con manciate di carta.
Mi avrebbero mai più rivolto la parola? Uno dei miei più grandi desideri era sempre stato che Hannah e Lowell smettessero di parlare.
Si erano comportati in modo molto diverso davanti a un altro fuoco, quello del crematorio che aveva incenerito mio padre. Nessuno dei due pareva troppo turbato da quell’addio. Prima della cremazione c’era stata una breve cerimonia: Ernest Toby Jones, uno dei tanti morti in fila d’attesa. Lowell, inquartato nella sua giacca, passeggiava su e giù per la stanza; Hannah invece portava occhialoni neri, per nascondere gli occhi perfettamente asciutti, e scarpe di vernice tacco 12 con suole scarlatte come il suo rossetto. Gli accessori vistosi sono la tipica risposta di mia madre ai momenti importanti: sostituiscono le emozioni.