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I personaggi che popolano il racconto di Clowes compongono una esemplare galleria degli orrori. I loro volti preannunciano un destino inevitabile, la loro postura tradisce il peso di una tara insostenibile. Naturalmente perturbante.
Che dire... non è semplice parlare di quest'opera, ma non potevo non lasciare un mio commento più che entusiasta a proposito e spingere magari altre persone alla lettura. C'è poco da dire, sarebbe da leggere ad occhi chiusi (no, in realtà ben aperti). O meglio, c'è tanto da dire, ma anche solo scalfire la superficie di questo capolavoro potrebbe in parte rovinare la lettura a qualcuno. Dico solo che è una esperienza molto, molto atipica, una continua sorpresa ad ogni pagina. È letteralmente impossibile capire in anticipo dove voglia andare a parare la trama perché ci si ritrova sballottati tra una miriade di cose stranissime e spesso all'apparenza senza senso. Senza mai però perdere il filo di trama di fondo e quindi l'interesse per il proseguio della lettura. Ma è proprio di questa sensazione di smarrimento di cui ci si innamora in fondo, coadiuvata da un tratto cupo che personalmente ho adorato. Se non avete mai avuto a che fare con questo autore penso comunque che "Patience" rimanga la sua opera migliore per iniziare.
Si tratta della prima storia lunga realizzata da Daniel Clowes ed è comunque un capolavoro. DIsegnata in un periodo buio ed in gran parte improvvisata, è una storia in cui l'autore libera il suo inconscio e dà forma a visioni surreali, oniriche, inquietanti. Terribili immagini e scenari si susseguono capitolo dopo capitolo, mentre assistiamo alla discesa del protagonista verso l'ignoto e l'orrore, ed è solo nella seconda metà del volume che tutto ciò inizia ad assumere senso. Strane connessioni di idee iniziano a formarsi in modo indiscreto sino a quando tutto appare chiaro ed ancor più terribile. Lo stile non è ancora quello raffinato e perfetto a cui l'autore ci abituerà con le sue opere successive, ma è più grezzo e istintivo. In una certa misura si tratta di una scelta voluta, che va a pari passo con l'improvvisazione della storia e che permette all'autore di rappresentare il proprio inconscio in modo puro, non filtrato. Il fatto che una struttura narrativa così complessa e coesiva emerga in modo praticamente spontaneo non fa che arricchire la lettura rendendola più inaspettata e appagante, oltre ad essere una dimostrazione dell'immenso talento di questo autore.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La storia inizia in un cinema a luci rosse: un uomo intraprende la ricerca dell'ex moglie dopo averla vista recitare in un film porno dall'inquietante titolo, Come un guanto di velluto forgiato nel ferro. Incomincia così una sorta di flusso deforme di coscienza dove incoerenze strutturali più simili alle incongruenze dei B-movie che alle illogicità dei sogni diventano intenzionalmente elementi nodali della trama: un rocambolesco viaggio on the road attraverso una deprimente America di provincia si trasforma presto in un surreale complotto internazionale, nel quale trovano spazio situazioni ai limiti della decenza, raccontate con un tratto apparentemente innocente e infantile, quasi irritante nella sua disarmante semplicità. Ogni volta che giriamo pagina veniamo come schiaffeggiati: una cameriera storpia e affetta da idrocefalo viene ripetutamente umiliata; un cane privo di orifizi che, dunque, deve esser nutrito mediante iniezioni, cela sotto il pelo un tatuaggio misterioso; un'infezione agli occhi viene curata mediante l'inserimento di crostacei vivi nelle cavità orbitali. La patina di decadente squallore e di grottesco cinismo che pervade l'intera vicenda ci resta appiccicata addosso come grasso sulle dita; quando, provati e nauseati, siamo ormai certi che nulla possa più sorprenderci, ciò che accade nelle ultime tavole ci coglie come un pugno nello stomaco, una stoccata conclusiva, un fatale e quasi liberatorio colpo di grazia. Il volume, curato da Coconino con la consueta raffinatezza, offre finalmente ai lettori italiani la possibilità di sfogliare integralmente i primi dieci capitoli di Eightball, una serie di storie a fumetti scritte e disegnate a cavallo tra gli anni ottanta e novanta da Daniel Clowes, autore più volte insignito dei premi Eisner, Ignatz e Harvey, i riconoscimenti più importanti nel mondo dei comics. Siamo di fronte a un indiscutibile capolavoro, una pietra miliare nella storia del fumetto che è stato in grado di dar voce alla paranoia postmoderna, consegnando il suo autore agli onori della fama internazionale.
Andrea Pagliardi
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