L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
In questa raccolta di scritti vari (resoconti di viaggio, pagine di diario, confessioni, abbozzi di racconti), si mostra in modo inequivocabile l’unicità di Kafka nella letteratura contemporanea. Ai suoi colleghi dell’empireo (Proust, Joyce, forse Musil) servono migliaia di pagine per edificare i falansteri delle loro opere. A Kafka bastano poche righe, un racconto appena iniziato o lasciato a metà (e probabilmente inconcludibile), la descrizione di un sogno, per sprigionare per intero la sua potenza espressiva. Non che si tiri indietro davanti alla vastità narrativa (i romanzi ne sono la prova), ma in lui la complessità e il frammento sono egualmente espressivi. L’esempio supremo (da una pagina di diario): 2 agosto: La Germania ha dichiarato guerra alla Russia – Nel pomeriggio scuola di nuoto.
Una raccolta di materiale autobiografico, fondamentale per la comprensione del pensiero di Kafka, della sconvolgente profondità delle sue intuizioni narrative, delle lacerazioni del suo spirito, che indaga con audacia tagliente i motivi della colpa e della condanna. In uno di questi, scrive: "Non sono stato condotto nella vita dalla mano del Cristianesimo, peraltro già pesantemente in declino, come Kierkegaard, né ho potuto ancora afferrare, come i sionisti, l'ultimo lembo del mantello di preghiere ebraico che già volava via. Io sono fine e principio" (Diari, p. 751). Fin dalle prime pagine di questo libro, Kafka diventa prossimo e famigliare al lettore. Credo che il dramma vissuto da Franz Kafka tenga qualcosa a che vedere (ma in un procedimento totalmente inverso) anche con il dramma vissuto dal filosofo francese Henri Bergson che stava sul punto di convertirsi (da notare che anche i discepoli di Husserl si convertiranno al Cristianesimo, uno dopo l'altro, tranne il loro maestro) quando la persecuzione degli ebrei nel 1940 gli impedì di compiere il passo successivo e definitivo. "Mi sarei convertito, se non avessi visto prepararsi da diversi anni la formidabile ondata di antisemitismo, che va dilagando sul mondo. Ho voluto restare tra coloro che domani saranno dei perseguitati", come scrisse il filosofo. Tuttavia, a differenza di Bergson, Kafka non aveva in sé nessuna idea di una conversione particolare.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore