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Anno edizione: 2017
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Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Leo si ritrova costretto a non poter più schivare la vita, provando ad affrontarla. E in questo momento la narrazione cambia: sono sempre meno le cose che lui riesce a spiegare e sempre più le cose che lui riesce a far vivere al lettore, azzerando completamente la sensazione provata all’inizio. Anzi, a fine lettura, viene voglia di rileggerlo per provare a scovare la lenta ma inarrestabile metamorfosi del personaggio, che è magistralmente nascosta nella narrazione. La cosa che fa esclamare un sonoro “wow” alla fine non è come si evolvono le cose, ma appunto il modo con cui ti porta alla fine. Questo libro è una vera coccola per la mente, ha lo stesso effetto del rumore delle onde, o di altri suoni della natura. Diventa impossibile interrompere la lettura! Infine, regala al lettore la consapevolezza di non essere solo: Leo è sulla quarantina, ma spesso ragiona e si comporta come un bambino mai cresciuto. È pieno di paure, spesso reagisce in base all’istinto. Alzi la mano chi non si è mai sentito così! Leo mostra questo lato del suo carattere come se fosse la cosa più normale del mondo: non si vergogna di quello che è, non fa finta di essere un altro. Le sensazioni che prova le ritiene normali e legittime: non cerca scuse o giustificazioni. Lui è così. Per questo motivo fa più fatica a maturare. Ho letto più volte che questo è un romanzo sulle scelte che la vita obbliga a fare: io lo definisco invece un grido di solidarietà verso chiunque si senta schiacciato dalla vita. È chiaro che per forza poi ognuno deve capire e decidere cosa fare di fronte alle difficoltà, ma non ci vedo un’esortazione ad agire, semmai una pacca sulla spalla, una rivendicazione al diritto di sentirsi smarriti e spaventati. E’ proprio questo il vero scopo della storia, quello che il lettore segretamente rincorre: prima ancora di scegliere tra le due donne, Leo sceglierà di rincorrere se stesso, nel momento in cui capirà che per farlo, deve necessariamente fermarsi. E respirare.
Incuriosita dal titolo l'ho preso e mi sono davvero divertita molto. Da consigliare soprattutto alle donne per capire come funziona "spesso male" il cervello di un quarantenne di oggi.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Roma, quartiere San Lorenzo. Ci vive Leo, il protagonista, che ha lasciato la moglie Marta per stare con Annalisa, giovanissima, ma che ad un certo punto finisce per tradirla con la sua ex moglie. In sintesi la storia raccontata da Giulio Perrone in Consigli pratici per uccidere mia suocera pubblicata da Rizzoli.
Leo è un trentanovenne romano che vive una vita divisa fra l’ex moglie e l’amante. Ha un impiego precario come lettore presso una casa editrice che gli procura un misero stipendio. Sta attraversando un periodo molto caotico della sua vita, diviso tra gli impegni da cui vorrebbe svicolare e la vita che invece vorrebbe avere. Barcamenarsi tra ex moglie e amante non è sempre semplice anche se può essere eccitante, perché comporta il sapersi districare tra bugie e scuse varie. Leo sa che prima o poi dovrà fare una scelta tra le due donne, chiede aiuto ad una psicoanalista, ma l’entrata in scena di suo padre, uomo oltremodo estemporaneo e bizzarro con il vizio del gioco, fa rimandare quel momento. Lo stesso editore per cui lavora, uomo eccentrico, obbliga non solo lui ma anche gli altri dipendenti a cercare un’idea vincente da inserire in un romanzo che intende scrivere: il modo più originale per uccidere la suocera, in cambio di un’assunzione. La cosa è molto allettante, così Leo accantona anche il suo vecchio sogno di aprire una libreria insieme a Marta. ”Questione di impegno e dedizione. Questione di sogni e, perché no, di emozioni. Ma soprattutto questione di scelte. Posso davvero continuare a fare in modo che sia tutto affidato agli altri o, ancora peggio, al caso?”.
Consigli pratici per uccidere mia suocera è un romanzo divertente e ironico. La vita spesso impone delle scelte e Leo davanti ai bivi che questa gli presenta è spiazzato, dimostra tutte le sue paure e le incertezze. E’ un personaggio che piace nonostante i suoi difetti, è il classico antieroe, il rappresentante di quella fetta di uomini che non ambiscono ad essere per forza “qualcuno”. E ritrova il suo equilibrio nella seduta settimanale dalla psicanalista. Leo suscita nel lettore vari sentimenti, dalla tenerezza alla pena, ma soprattutto fa ridere. E altrettanto buffa è la figura di suo padre, Ernesto Migliorini, ripresentatosi alla sua porta dopo quasi trent’anni di latitanza. Si fa chiamare Dustin, perché sostiene di aver fatto da controfigura a Dustin Hoffman ne Il laureato. In realtà il ruolo di padre non l’ha mai rivestito perché quando scoprì che la morosa era rimasta in cinta si diede alla macchia. Ormai vecchio ricompare con la “Regina”, un’Alfa Romeo Duetto 1600 GT, proprio quella del famoso film. E il lettore si trova a scorrere situazioni ora divertenti e ora tese, veri siparietti esilaranti di un padre un po’ sconclusionato, profondamente immaturo, e un figlio costretto a tirarlo fuori dai guai, procurati con intrallazzi di malaffare di vario genere, non senza qualche ammaccatura. E’ una vera inversione di ruoli.
I personaggi femminili del romanzo di Perrone, sia Marta la moglie sia Annalisa l’amante, escono a testa alta da questa storia. La prima, donna di gran carattere, rappresenta la solidità, ma è anche così affascinante e disinibita tanto da convertire addirittura il ruolo di ex in quello di amante attuale. Annalisa, pur giovanissima e apparentemente persona che vive alla giornata, dimostrerà di avere le sue ambizioni e un carattere ben definito. E Leo è impegnato a tenere in piedi la tresca con l’ex moglie, mentre convive con l’amante. C’è da chiedersi come andrà a finire, se sceglierà Marta o Annalisa.
Un linguaggio fluente esprime in maniera diretta, spesso attraverso dialoghi, i pensieri del protagonista. Di tanto in tanto sono buttate là frasi in romanesco, ma mai nulla di esagerato. Tutto ciò rende il romanzo divertente, leggero, piacevolissimo da leggere. E le idee su come uccidere questa fantomatica suocera, compito assegnato ai collaboratori con il fine ultimo di ottenere un posto di lavoro, aggiungono altro divertimento alla già irresistibile trama. Alla fine, se ci pensiamo bene, l’autore ha snocciolato una serie di tematiche molto attuali, quali il problema del lavoro, la paura di invecchiare, i rapporti genitori-figli, le relazioni amorose, ma trattate con tal leggerezza (attenzione, non superficialità!) da rendere la lettura così amena da dispiacersi addirittura di averla conclusa.
Recensione di Clara Domenino
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