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Un libro che a mio avviso ha tutta l’aria di essere un classico della nostra letteratura. Incredibile come l’autrice sia riuscita con apparente semplicità a trasformare in parole tutta una serie di emozioni e sentimenti. È la storia di una famiglia, di un percorso di vita, di ricordi e di profumi che quasi riuscirete a sentire leggendo questo libro. Leggendolo vi darete una possibilità di sentire più vicine le persone che vi hanno cresciuto e che forse non ci sono più.
Raramente mi capita di non riuscire a finire un libro, ma questa volta davvero non ce l’ho fatta. Eppure la trama è molto interessante e parte da un quesito tanto semplice, quanto fondamentale. Cosa sarebbe accaduto se Mussolini non fosse riuscito a prendere il potere? Moise Levi ha un ottimo fiuto per gli affari, un carattere cordiale e gentile, e tutto questo contribuisce a consentirgli di crearsi un futuro luminoso e prospero. Nonostante qualche voce discordante e della violenza serpeggiante (ma a quel Mussolini è preso un infarto), il ventesimo secolo si prospetta roseo per Moise e per la sua numerosa famiglia. L’autrice parte da un’idea ottima e la sviluppa con perizia e ironia. Eppure andando avanti -complice anche un dialetto piemontese troppo stretto e difficile da capire- la storia perde di potenza e s’incaglia.
"Conta le stelle, se puoi" è un romanzo che si ricorda con affetto anche anni dopo averlo avuto fra le mani per la prima volta. È un libro che racconta la storia di una famiglia ebrea piemontese, sull'arco di alcuni decenni. Con uno sguardo amorevole ai dettagli della vita quotidiana, Elena Loewenthal ci accompagna a fianco dei discendenti di Moise, che si sparpagliano ai quattro angoli del mondo, ce li fa amare come persone di famiglia, che ci raccontano la loro storia e di quello che avrebbe potuto essere se la Storia, quella con la S maiuscola, avesse preso un'altra strada.
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