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Mi aspettavo che il libro approfondisse di più l'ambito della lettura e del lettore, mentre si discute in particolare di scuola e nuove tecnologie. La fastidiosa impressione del solito confezionamento editoriale di precedenti articoli e interventi dell'autore in un libro di non più di cento pagine non è campata per aria, per cui sicuramente lettura e lettore scontano una certa delusione.
Un buon antidoto contro le fissazioni informatiche.
Questo breve saggio appartiene alla categoria delle opere furbette: non è troppo impegnativo da scoraggiarne la lettura sotto l'ombrellone, epperò si presenta "denso" e "intelligente", pertanto gratifica il lettore laureato che non disdegna il prestigio di vedersi riconosci "interessi culturali" e di partecipare al dibattito sul futuro del libro e dell'istruzione. Diciamolo subito: di "denso" e "intelligente" in questo testo, a guardar bene, c'è poco o nulla. Il trucco sta tutto nel costruire l'argomentazione "smontando" opinioni che nessuno ha formulato seriamente ma che magari possono sembrare correnti perché compaiono in pezzi giornalistici scritti frettolosamente. Il risultato è una raccolta spiazzante di banalità. Ma il testo non è tutto così, è vero: le prime 50 pagine sono dedicate a sostenere la testi che il libro di carta in molti contesti d'uso (per esempio nel suo impiego didattico) è "un formato cognitivo perfetto" superiore al libro elettronico. E questo non sulla base delle evidenze sperimentali di opportune ricerche sul campo: non servono! Questa superiorità si evince dalla constatazione che se leggo su un tablet è più probabile che sia distolto dalla lettura dalla presenza di tante app divertenti! Tutto qui? Tutto qui; argomentato (si fa per dire) con stile, si capisce. Si tira in ballo l'"ecosistema" della lettura e il design del supporto, la normatività automatica e tanti altri concetti a far da vestitino colto e elegante a questa pochezza argomentativa. Chi ricorderà al Casati che, senza avere l'iPad sulle ginocchia ma un bel librone di carta, l'Alfieri si doveva far legare dal domestico alla sedia per costringersi a studiare? E chi gli farà notare che il libro di carta si accompagna sempre nelle mani di un adolescente ad uno smartphone? Si deve dar per scontato che una lettura seria e impegnativa potendo debba essere abbandonata per attività di svago? In definitiva l'opera risulta o mal argomentata o fin troppo condivisibile.
Recensioni
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