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Nel 1992 l'uscita di Core, disco d'esordio degli Stone Temple Pilots, fece storcere parecchio il naso ai puristi del grunge, genere ormai fin troppo codificato grazie alla contemporanea esplosione di band del calibro di Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam e Alice In Chains; le sonorità di questo disco e la potenza dei pezzi del quartetto capitanato dall'istrionico Scott Weiland effettivamente rientrano appieno nella definizione del genere. Ma di tutto si tratta fuorchè di una blanda imitazione: gli STP meritano senza dubbio una menzione all'interno della storia del grunge, pur essendo arrivati appena un attimo dopo la sua diffusione a livello planetario; Core è un disco arrabbiato, inesorabile, denso di muri di chitarre, ma che al tempo stesso non rinuncia alla poesia della voce e dei testi di Weiland. Un album trainato da un paio di singoli presto entrati nella leggenda come Plush e Creep, la ballatona del cd, ma in grado di rivelare gioielli assoluti come la potentissima Crackerman, l'ipnotica Wicked garden o la traccia d'apertura Dead & bloated, l'equivalente audio di una scarica di macigni. Gli Stone Temple Pilots iniziano qui a tracciare la loro personalissima storia, guidati da una voce unica e inimitabile e da intrecci sonori che lasciano fin da subito il segno, grazie alle graffianti chitarre di Dean DeLeo e alle solidissime basi ritmiche costruite dal basso di suo fratello Robert e dalla batteria di Eric Kretz.
Recensioni
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