L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non mi e' piaciuto. Molto frammentato e confusionario, soprattutto nella prima parte…piu' che un romanzo sembra un collage di romanzi messi insieme. Recupera qualcosa nell'ultima parte, la trama si fa abbastanza avvincente, ma nel complesso il mio giudizio e' molto basso. Sconsigliato.
“Corpi da reato” mi è piaciuto tantissimo, più di tanti libri di Ellroy che ho letto, mi ha appassionato quasi come American Tabloid, anche se in modo diverso. A.T. ero uno spaccato d’America raccontato in modo esemplare, Corpi da reato è per metà una biografia dolorosa. Dolorosa anche per chi l’ha letta non solo per chi l’ha scritta, anche se si può solamente immaginare quello che deve aver provato lo scrittore mettendo nero su bianco tutta una vita PRIVATA dalla figura materna. Immagino solo che se Ellroy fosse cresciuto a Boston in una villa nella periferia residenziale, con padre e madre amorevolmente pronti ad aggiustargli la vita, ora lo leggeremmo come giornalista di qualche settimanale semi-impegnato…o forse no? Resta comunque il fatto che una madre morta in QUEL MODO e una capacità personale di elaborare il dolore, abbiano “contribuito” a fare di Ellroy ciò che è: geniale! “Corpi da reato” si divide in due parti e in un’Appendice. Nella prima parte, chiamata Hollywood trema troviamo 4 racconti, fra qui il folle “Hush-Hush” (giornale scandalistico) , centrato sulla figura del suo direttore Daniel Getchel e pieno fino all’orlo di……. (il boxeur beveva beato il cocktail e cincischiava col cucchiaino) “Eco dal passato” dedicato alla figura di Dick Contino, aitante oriundo siciliano che ebbe un attimo di successo nella metà degli anni cinquanta e che venne messo da parte per aver detto di no alla guerra in Corea. Il no lo mise pure in atto e finì alla sbarra per diserzione. Nella seconda parte, chiamata Corpi da reato, ci sono altri 5 racconti e qui entriamo veramente nella sfera personale di Ellroy, scopriamo praticamente il perché di libri come Dalia nera o I miei luoghi oscuri ed entriamo in un mondo fatto di omicidi e perdite gravissime, ma anche di faccia a faccia con il proprio io e consapevolezza di come delle cose compiute da altri possano inevitabilmente cambiare il futuro.
Ellroy scrive da Dio, e questo libro lo dimostra, ma più di tanto non colpisce: spezzettato in "riprese" dell'america degli anni 60 (e non solo), è vivace e variegato nella prima parte, in cui uomini realmente esistiti e immaginazione ben si mischiano in personaggi come Dick Contino. La seconda parte, molto biografica, si arena, ed è più simile ad una tesi che ad un romanzo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Il suo dolore era stato maggiore del mio. Quel dolore delinea il confine che ci separa. La sua morte mi ha insegnato a guardarmi dentro e a mantenermi distante. Quel dono di consapevolezza mi ha salvato la vita."
Il lungo racconto Corpi da reato, della seconda parte del volume, suddiviso in capitoli interni, vede una importante dichiarazione dell'autore:
"La morte di mia madre corruppe e ingagliardì la mia immaginazione. Mi liberò e al contempo mi imprigionò. Si appaltò il mio curriculum mentale. Mi laureai in omicidio con specializzazione in donne vivisezionate. Crebbi e scrissi romanzi sul mondo maschile che sanciva le loro morti." Ellroy prosegue quindi con un'analisi dettagliata delle sue emozioni, delle rimozioni compiute durante i trentasei anni intercorsi tra l'omicidio della madre, quando l'autore aveva dieci anni, e il momento in cui, presa visione del fascicolo della polizia relativo a quel caso insoluto, aveva avuto la consapevolezza di come tutta la sua vita e la sua attività di scrittore fosse legata e dipendente da quell'episodio. Se nel volume I miei luoghi oscuri ogni pagina nasceva dal rapporto complesso e tormentato con quella giovane donna che aveva vissuto in modo doloroso ed era morta violentemente, con quella madre che non credeva di amare tanto (Ellroy dichiara di aver preferito a quel tempo il padre), questo volume vede assente dalla maggior parte dei racconti che lo compongono la figura materna.
Se l'autore, parlando di quel volume autobiografico, dichiara che da quando lo aveva scritto non si era più separato dalla madre allora, anche ogni altra storia, ogni altra trama deve essere letta tenendo conto di quelle affermazioni. Diventato investigatore lui stesso per scoprire l'assassino, ha appreso e sperimentato tecniche di indagine che poi appaiono ben circostanziate nella sua opera. Anche l'attività letteraria precedente a I miei luoghi oscuri, in realtà è solo un cammino che porta all'avvicinamento a quell'evento centrale nella sua biografia, alla scoperta di quanto peso quella tragica morte avesse avuto nella sua vita, a come la strada che, attraverso la perdizione, lo aveva portato all'attività di scrittore, fosse stata tracciata in quella tragica notte a El Monte. Ogni donna uccisa o violentata richiamava alla mente, coscientemente o inconsciamente, la donna per eccellenza della sua vita; la cultura maschile che portava allo stupro e alla violenza, era la mentalità che aveva guidato la mano dell'assassino di sua madre. Ogni caso risolto, nella realtà o solo in letteratura, era un passo sulla strada della soluzione di quel caso irrisolto, così lontano nei fatti, così presente in lui.
Se nei primi racconti della raccolta è la realtà corrotta di Los Angeles, il mondo maledetto del giornalismo d'assalto, del divismo che brucia i più fragili, la violenza quotidiana di una città dominata da personaggi negativi e corrotti; la seconda parte del volume, ruota interamente intorno al tema materno e alla capacità del suo autore di vivere empaticamente il dolore altrui, così come la volontà esplicita di rendere universale un tormento del tutto personale, un'esperienza-limite simbolo di tutta la violenza del nostro tempo.
"Los Angeles: arrivi spregiudicato, riparti pregiudicato", dice Ellroy. La città californiana si rispecchia nel rovesciamento di ogni valore, nell'uso frenetico di droghe, nell'abuso di sesso, droga altrettanto pericolosa se rapinato, ottenuto con la violenza e l'arroganza di chi si sente più potente, nei ritmi incalzanti della pagina che alterna morti e abusi, alla mondanità e alla gloria fittizia delle star di Hollywood.
Difficile distinguere tra immaginazione e realtà: la cronaca stringata e l'andamento giornalistico degli episodi narrati, ha la forza della verità e la durezza del reportage televisivo. Uno scrittore che riesce ad unire il massimo della soggettività all'oggettività più cruda.
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore