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Ancora la Matteucci con la sua famiglia decadente e decaduta... Basta...
Per apprezzare pienamente questo splendido romanzo, particolarissimo, forse è necessario avere almeno un'idea di cosa sia una "costellazione famigliare", una sorta di tecnica psicologica molto simile allo psicodramma, che coinvolge un gruppo di persone desiderose di risolvere i propri conflitti interiori. Ecco che, durante una seduta di costellazione familiare, la protagonista approfitta dei ricordi e dei conflitti che vengono alla luce per rivisitare tutta la sua infanzia e soprattutto la figura materna, in un crescendo intimistico. ➡️Qualità: Lo stile di scrittura dell'autrice è veramente molto particolare, veloce e ironico, colmo di rimandi e di mezze citazioni, con un uso assolutamente meraviglioso della parola. ➡️Critiche: mescolando finzione, realtà e molti voli di fantasia, questa scrittrice non permette al lettore di staccarsi dalle pagine, più si procede nella lettura e più se ne resta invischiati. (Lo so, lo so, non è una critica. Effettivamente non ne ho trovate). ‼Incipit "Potete scommetterci: se mi avessero lasciato scegliere la famiglia in cui nascere, mi sarei chiamata Coot, il cognome di Nonna Papera da signorina. Come i personaggi dei fumetti Disney sarei venuta al mondo senza madre né padre, orfana naturale, non avrei ereditato la malattia chiamata genitori. Nei sobborghi di Paperopoli nessuno mi avrebbe sorpresa intenta a impastare tortine di sabbia, cacca, sassolini e fiori di Oleandro. Da bambina Sono stata piccola vestale dei cani, presiedeva alle esequie casalinghe e lasciavo quindicinali offerte votive sulle loro tombe punto con le mie disgustose frittelle ho compagnato le loro animucce sante nel viaggio verso il regno dei morti. Ancora oggi conservo il quaderno della dalla copertina violetta ove sono registrate le biografie dei cani appartenuti alla mia famiglia a partire dal 1897..." .
Condivido completamente la descrizione del libro fornita da IBS, ma io non sono un critico e leggo per piacere, perciò non mi è piaciuta troppo la cifra dell'ironia o piuttosto del grottesco per descrivere uno struggente dramma personale. E poi non amo i cani che considero troppo sudici e dipendenti dalla specie umana: le descrizioni di tutto il "trucidume" legato alla loro cura lo ho trovato davvero opprimente. Sicuramente se si fosse trattato di gatti mi sarebbe piaciuto di più.
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