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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2011
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E sempre un piacere conoscere le tradizioni, le usanze di altri tempi.. Bel libro
La nostra storia passa anche dalla cucina e questo libro lo testimonia.
Libro perfetto per chi vuole conoscere tutta la storia dell'evoluzione della cucina italiana (e non solo) nel tempo a partire dal l'impero Romano. Inizialmente il linguaggio utilizzato dall'autore risulta un po' pesante ma dal secondo capitolo in poi la lettura è molto scorrevole. Libro molto interessante.
Recensioni
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"Il gusto, come ogni aspetto della cultura umana, è un prodotto della storia e si modifica nel tempo, così come è diverso nello spazio. Scelte, esclusioni, preferenze (non solo in campo gastronomico) caratterizzano gli individui, i popoli, le regioni del mondo; inoltre, esse sono cambiate nel corso dei secoli."
Un testo che di certo può interessare varie categorie di lettori: gli appassionati di storia, di sociologia, di estetica, di comunicazione e infine, ma non ultimi, i cultori dell'arte culinaria. L'evoluzione del gusto, le trasformazioni delle abitudini alimentari, gli stessi ingredienti usati per cucinare i cibi e l'ordine della portate testimoniano molto di più di quanto si possa pensare. Eredità classiche e innovazioni introdotte dai barbari, prodotti tipici del Sud Italia e altri del Nord; e ancora, la penisola propone specialità che la tagliano verticalmente, i pesci dell'Adriatico, contrapposti ad esempio a quelli del mar Tirreno: tutto ciò è specchio della travagliata storia di una unità nazionale che, pur con grandi difficoltà, prevede commistioni e conoscenze trasmesse da regione a regione, da città a città. Anche il rapporto città e campagna, e ancor più, tra ceti sociali diversi è raffigurato nei piatti della nostra arte culinaria. Se sono le città che spesso vengono identificate con alcuni cibi ("Bologna", sinonimo di mortadella e "Milanese", sinonimo di cotoletta) è dalla campagna che quelle specialità arrivano. Se la polenta, ad esempio, rappresenta l'alimentazione essenziale delle zone più depresse del paese, è anche vero che essa fa da raffinato contorno (quasi un vezzo o una civetteria) a ricchi piatti di cacciagione. Certo i cuochi provenivano dai ceti più umili e servivano nelle case dei ricchi, portavano con sé una tradizione alimentare essenziale su cui avevano la possibilità di innestare l'abbondanza degli alimenti che erano finalmente largamente disponibili. Così nasce un'arte, creativa, ma nello stesso tempo depositaria di cultura e di storia, arte che trova nella scrittura il suo immediato riscontro se fin dal Medioevo alla ideazione di un piatto corrisponde la ricetta scritta e in questo modo trasmessa e fissata. E se dall'età romana c'era conoscenza di torte di vario tipo, prevalentemente a base di verdure, l'apporto del mondo arabo significò l'uso di insaporire con spezie i cibi e la Chiesa diede i tempi per consumare le carni e i pesci, dando spazio a chi voleva sbizzarrirsi nella cottura delle une e degli altri. Di certo una delle grandi invenzioni della civiltà italiana sono stati il sorbetto e il gelato, antichissimi e di immediato successo, oggi rappresentanti di un prodotto che in tutto il mondo significa Italia, così come la pizza, vero emblema nazionale e vero simbolo di quanto si è detto: piatto povero e ricco, piatto urbano (la "napoletana"), ma nato nel contado durante terribili carestie.
Anche l'assunzione del pasto si è trasformata, così come l'ordine delle portate, o la quantità di cibo assunto. Se un cappone e mezzo chilo di carne di maiale a testa era il normale quantitativo previsto in un banchetto medievale, via via nel tempo il mangiatore italiano è diventato più parco e attento, fino a giungere ai nostri giorni in cui il culto della magrezza mette in discussione la pasta, nostro orgoglio, antichissima nelle origini e somma di tante culture e tradizioni. Ricordiamo che l'annessione di Napoli al Piemonte sarà simbolicamente rappresentata con una manciata di pasta, "i maccheroni sono cotti e noi li mangeremo", scrive infatti Cavour a Costantino Nigro.
Questo libro, ricchissimo nelle informazioni, pieno di sottigliezze e di cultura, offre uno spaccato della nostra storia guardato da un'angolatura particolare, dalla cucina si potrebbe dire, facendo della facile ironia.
A cura di Wuz.it
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