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Semplicemente geniale. Ironico ed irriverente, è uno dei migliori di Bulgakov.
Mosca, 1924: il racconto inizia con un cane randagio ustionato al fianco da acqua bollente da parte di un cuoco, che guaisce: “la bufera mi ulula il de profundis nel portone” e pensa che non sopravvivrà in quella gelida notte. Il chirurgo Preobraženskij (colui che trasfigura!) lo blandisce con una fetta di salame di Cracovia, lo porta nel suo lussuoso appartamento e gli cura la ferita. Il prof., impegnato in ricerche su ringiovanimento del corpo umano, però, ha altre mire. Appena ristabilito, lui e il suo assistente lo sottopongono a un trapianto combinato ipofisi-ghiandole genitali prelevate da un ubriacone testé spirato. Sorprendentemente il cane non ringiovanisce ma acquista sembianze umane, la parola, perde la coda, cammina eretto e inizia a bestemmiare e insultare proprio come l’ubriacone donatore di organi. Poi l’affare s’ingarbuglia: su suggerimento del collettivo di condominio l’homunculus richiede certificato di nascita e documento d’identità. Sarà registrato all'Anagrafe del Comune di Mosca come Poligraf Poligrafovič Pallinov e otterrà lavoro come accalappiatore di animali randagi. C’è un pizzico di futurismo, una spolverata di surrealismo e la magica penna teleguidata da un cervello (di Michail Afanas'evič Bulgakov) che non ha mai avuto bisogno di trapianti. Le sue stoccate al nuovo regime comunista che stenta a decollare sono formidabili: “la scintillante spada della giustizia splenderà su di noi con il suo raggio rosso”; “distilleria dei monaci rossi” (che produce vodka di scarto di soli 30°); “prima del pasto non legga giornali sovietici”; i termosifoni diventano “fisarmoniche grigie sotto i davanzali delle finestre” (che raramente erogano calore). Anche il NEP (acronimo per la nuova politica economica), approvato da Lenin dopo il fallimento della sovietizzazione forzata dell'economia, è duramente criticato. Finalmente a Mosca più di un monumento è stato dedicato allo scrittore e al suo famoso demoniaco gatto Behemoth.
Romanzo molto scorrevole, intenso e coinvolgente. L'ironia e il sarcasmo utilizzati da Bulgakov dei confronti della società socialista permettono di comprendere le contraddizioni e i punti critici della stessa, anche se non vi è mai una digressione storica/sociale vera e propria. Qualsiasi messaggio se ne trae passa attraverso il simbolismo dell'autore e per questo motivo è possibile dare più interpretazioni. Ciò consente di rendere la lettura personale e di compiere un viaggio unico nel suo genere attraverso il romanzo. Molto consigliato.
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