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L'identità siciliana è caratterizzata dall'accumulo storico di molteplici esperienze culturali. «Questo libro propone una immagine contrastiva della realtà isolana che si ricompone come "unitaria" attraverso i diversi punti di vista adottati».
Mutamento e permanenza, nel loro rapporto aperto, non risolto, sono gli ovvi punti di riferimento per comprendere qualunque realtà culturale in divenire nella sua identità, dello sforzo cioè di isolare, in quella dialettica, i caratteri invarianti. Nel caso della Sicilia questa prospettiva di metodo è stata complicata, talvolta oscurata dal mito della «sicilianità» o della «sicilitudine» che ha funzionato come rappresentazione distorta ogni volta che si trattava di delineare grandi sintesi di storia della cultura, spesso a giustificazione delle «cose di Sicilia» di fronte a se stessi o agli altri. Negli ultimi cinquant'anni, la vigilanza critica verso questo sguardo mitico e distorcente si è fatta sensibile nel campo della storiografia, impegnata a riscrivere una storia della Sicilia libera dal luogo comune di una «storia di importazione», aggettivata secondo la successione dei «conquistatori» o dei potentati succedutisi, priva di autonomia, una storia da «Sicilia sequestrata». Dal canto suo, lo «sguardo antropologico» ha dato pure un contributo sostanziale ai fini della correzione di una lettura distorta della realtà della Sicilia, ricollocandone i processi culturali all'incrocio di una più ampia circolazione di idee e di saperi. Si tratta di un lavoro iniziato da Giuseppe Cocchiara e proseguito da vari studiosi, anche non siciliani, da considerare ancora in fieri. Questo libro propone una immagine contrastiva della realtà isolana che si ricompone come «unitaria» attraverso i diversi punti di vista adottati, esterni e interni, presenti e passati, su osservatori e osservati. Esso ambisce a suggerire alcuni percorsi affinché si continui ancora a riscrivere, della cultura siciliana, il presente del passato e il presente del futuro.
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