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La solita edizione economica e tascabile (e dunque in copertina flessibile) del capolavoro di Suad Amiry uscito anni orsono. Di tutti i romanzi partoriti dalla mente e dalla penna della meravigliosa e ironica Suad Amiry, Damasco è sicuramente tra i più belli. L'ennesima prova del suo grande talento come narratrice (lei stessa si definisce "hawakati" in arabo, ovvero "cantastorie"). La scrittrice palestinese in questo libro parla della storia della sua famiglia materna, di sua nonna, di sua madre, delle sue zie che, da nubili, hanno adottato una bambina e l'hanno cresciuta come una coppia omogenitoriale. Da non crederci che una storia come questa sia letteralmente accaduta più di mezzo secolo fa. Nessuna parola in merito alla tragedia del conflitto civile siriano o palestinese: la storia di Damasco è quella delle maestose case damascene, delle famiglie che le hanno abitavate nel corso dei decenni e delle loro sontuose tavolate settimanali. Una vera fonte di tradizionale bellezza senza tempo.
Di tutti i romanzi partoriti dalla mente e dalla penna della meravigliosa e ironica Suad Amiry, Damasco è sicuramente il mio preferito. L'ennesima prova del suo grande talento come narratrice (lei stessa si definisce "hawakati" in arabo, ovvero "cantastorie"). La scrittrice palestinese in questo libro parla della storia della sua famiglia materna, di sua nonna, di sua madre, delle sue zie che, da nubili, hanno adottato una bambina e l'hanno cresciuta come una coppia omogenitoriale. Da non crederci che una storia come questa sia letteralmente accaduta più di mezzo secolo fa. Nessuna parola in merito alla tragedia del conflitto civile siriano o palestinese: la storia di Damasco è quella delle maestose case damascene, delle famiglie che le hanno abitavate nel corso dei decenni e delle loro sontuose tavolate settimanali. Una profumata meraviglia.
"Il pensiero delle nostre visite quotidiane alla gelateria Bakdash nel suk al-Hamidiyah mi fece venire l'acquolina in bocca al ricordo del sapore stuzzicante del lentisco arabo pestato a mano e del gelato al pistacchio. In compagnia di zia Karimeh, la mezza dozzina di nipoti e nipotine andavano in delirio solo a guardare i gelati di diversi colori, incerti su quale scegliere." Questo per me è stato uno di quei libri in cui tuffarsi con abbandono, da cui si fatica a staccarsi perché la curiosità di sapere come continua, da cui tornare con gioia appena possibile... chiudendo l'ultima pagina quasi con un senso di perdita. Il principale elemento di fascinazione è stato poter sbirciare nelle abitudini e nel vissuto quotidiano di una parte di mondo di cui so molto poco. Ho cominciato a leggere la storia di Teta e Jiddo, pensando "però, che nomi strani!", per scoprire tante pagine dopo che erano, semplicemente, nonna e nonno. Mi é quasi venuta fame con le meravigliose descrizioni dei cibi preparati per la Grande Bouffe del venerdì, mi sono sentita un po' frastornata dopo l'energia strigliata dell'hammam, mi è venuta voglia di fare la siesta su un comodo diwan...
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