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Dei principi e delle origini. Testo latino a fronte - Francesco Bacone - copertina
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Dei principi e delle origini. Testo latino a fronte
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Dei principi e delle origini. Testo latino a fronte - Francesco Bacone - copertina
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Descrizione


Il "De principiis atque originibus" di Francesco Bacone è uno scritto incompiuto apparso postumo in una raccolta pubblicata nel 1653. È un testo molto importante in cui l'autore affronta temi al centro della sua filosofia, tra i quali, soprattutto, l'atomismo. È al contempo una sorta di monografia su Bernardino Telesio, che ha influito non poco su Bacone, il quale ha espresso su di lui una serie articolata di giudizi. Questa edizione, presentata da Paolo Rossi, autore di un libro diventato un classico fra gli studi su Bacone, è curata da Roberto Bondì, che insegna storia della filosofia e storia delle idee all'Università della Calabria. Il volume contiene un'ampia introduzione in cui viene analizzato il rapporto di Bacone con l'atomismo e con Telesio e viene discussa la controversa questione della data di composizione dell'opera baconiana. La notizia biografica, le parole chiave, la nota bibliografica aggiornata e una postfazione completano questa nuova edizione pubblicata per la prima volta nel 2005. Il testo latino a fronte riproduce quello pubblicato nell'edizione critica curata da Graham Rees. Presentazione di Paolo Rossi.
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Dettagli

2005
13 aprile 2005
Libro universitario
219 p., Brossura
9788845233746

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Paolo Bernardini
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Nell’anno del quarto centenario del manifesto baconiano dell’unione sacra di scienza e potenza, abbiamo avuto, per rimanere in Italia, una sola edizione commentata di un testo baconiano: il Dei principi e delle origini secondo le favole di Cupido e del Cielo ovvero la filosofia di Parmenide e di Telesio e specialmente di Democrito trattata nella favola di Cupido, un’opera latina di incerta datazione, sicuramente della tarda maturità, pubblicata postuma nel 1653, curata da Roberto Bondì nella splendida collana “Testi a Fronte” della Bompiani, diretta da Giovanni Reale (pp. 262, € 10). In quest’opera Bacon si confronta con Bernardino Telesio, il cui De rerum natura era stato pubblicato in edizione definitiva nel 1586. Ma lo scopo principale di Bacone era quello di riabilitare la filosofia di Democrito, un atomismo in cui egli non rinveniva tracce di ateismo, anzi, vi trovava la miglior giustificazione ex ante sia della propria filosofia della natura, sia della sua conciliabilità con un sistema teistico dell’universo. Per Bacon, Democrito aveva sostenuto la tesi della eternità della materia, e insieme della non-eternità del mondo: avvicinandosi “alla verità del Verbo divino, la cui narrazione pose la materia informe prima dei sei giorni della Creazione”. Da qui, la suggestiva lettura del mito di Cupido inteso non come divinità, ma, allegoricamente, come figura naturale, ovvero come “atomo”, nella sua nudità, e nel suo eterno moto. Il cui potere principale consiste “nell’unire i corpi”. Ovvero, nel dar forma alla materia. D’altra parte Bacone si era già distinto nel tentativo di leggere in chiave metaforico-naturalistica molti miti dell’antichità, in un’opera latina ricca di fascino. L’opera presentata qui apre un ulteriore, stimolante capitolo sui rapporti di Bacon con il mondo italiano. In Telesio vedeva, non senza argomentate critiche, il “primo dei moderni”, il restauratore di Parmenide, e di quella philosophia veterum, pre-aristotelica, a cui Bacone faceva riferimento.

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Francesco Bacone

(Londra 1561-1626) filosofo e uomo politico inglese. Fu membro del parlamento e consigliere di Elisabetta I, poi cancelliere di Giacomo I, che lo nominò barone e visconte. Nel 1621, processato per corruzione, fu costretto a ritirarsi dalla vita pubblica. Come filosofo, B. mirò a sostituire alla scolastica un nuovo sistema di conoscenza, basato sul metodo induttivo e sperimentale, e rivendicò alla filosofia il compito di trovare un’applicazione pratica alle conoscenze scientifiche, ponendo le basi dell’utilitarismo pragmatico che doveva dominare per secoli il pensiero inglese. Per rendere accessibile il proprio pensiero a tutto il mondo di allora, B. scrisse in latino le sue opere filosofiche più importanti, tra cui la Instauratio magna, importante soprattutto nella seconda parte, Novum organum...

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