L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il poeta marchigiano Massimo Gezzi, che da anni vive e insegna in Ticino, ha ripercorso in un poemetto di undici stanze la vita e l’opera tragica di Giovanni Antonelli. Le ricerche, pazienti e accurate, sul suo concittadino (Antonelli nacque a Sant’Elpidio a Mare nel 1848, e morì ad Ancona nel 1918) hanno occupato Gezzi per più di due anni, dando infine luogo a questa ricostruzione in versi delle vicende biografiche del protagonista. Le poesie, in un tono pacatamente narrativo, scevro di qualsiasi espediente linguistico-formale, ripercorrono in prima persona l’esistenza raminga e infelice di “uno” appartenuto solo a se stesso, in esilio perenne e straziato. “Più mastino che uomo”, “erba avvelenata che crebbe / disprezzata come ortica del fosso”, Giovanni Antonelli venne al mondo nell’anno delle rivoluzioni che sconvolsero Italia ed Europa, e fu da subito egli stesso segnato da un’inquietudine ribelle che lo spinse a imbarcarsi come mozzo a soli tredici anni. Violentato sessualmente, picchiato, schernito da ciurma e ufficiali, spesso segregato in una cella di rigore, si congedò dalla marina dopo dodici anni di sofferenze e soprusi. Diventò adulto tra fame e malattie, ricoveri e latitanze, fughe e peregrinazioni a piedi attraverso varie regioni, in un perpetuo “dolore da braccato”, rifiutato dalla famiglia e dal paese d’origine. Più volte incarcerato, e ancora più spesso rinchiuso in vari manicomi, la sua violenta polemica contro la società si incancrenì in reiterate azioni di prepotenza e rivolta furente contro cose e persone, che riusciva a placare solo attraverso la scrittura di poesie e di diari autobiografici, la cui stesura talvolta gli venne consigliata e commissionata dagli stessi medici che l’avevano in cura. La sua aspirazione a un riconoscimento tardivo si è realizzata solo recentemente, con la pubblicazione de “Il libro di un pazzo” presso gli editori Giometti & Antonello di Macerata, e con questo omaggio in versi di Massimo Gezzi.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore